Economia

Amato: la risposta migliore alla disoccupazione è la cooperazione

Così il presidente della della Scuola superiore di Sant’Anna ha sottolineato l'importanza del mondo cooperativo nella sua lectio magistralis nell’Aula Magna: «È senza dubbio la forma d’impresa più adeguata per gestire i servizi pubblici e il welfare»

di Francesco Agresti

Un’alternativa alla disoccupazione e al precariato, un modo più efficiente ed economico per gestire i servizi pubblici e il welfare, una risposta ai problemi causati dalla degenerazione della finanza: sono questi, secondo il Giuliano Amato, i punti di forza odierni della cooperazione.

L’ex presidente del consiglio ha tenuto nell’Aula magna della Scuola superiore di Sant’anna una lectio magistralis dedicata proprio all’attualità del modello cooperativo. Un appuntamento organizzato per celebrare la conclusione delle manifestazioni promosse dall’Alleanza delle Cooperative Toscane (AGCI, Confcooperative e Legacoop) nell’Anno Internazionale delle Cooperative.

«Le cooperative», ha affermato Amato, che della Scuola Superiore Sant’Anna è anche presidente, «sono una forma d’impresa con oltre cento anni di vita, ma oggi la sua utilità è ancora maggiore di quando fu ideata dai probi pionieri di Rochdale».


Amato ha sottolineato l’importanza della cooperazione nell’attuale contesto economico italiano e mondiale. «Oggi la cooperazione riveste un ruolo importante per tre ragioni.
 Aiuta i giovani precari a unirsi per offrire beni e servizi in maniera collettiva. È senza dubbio la forma d’impresa più adeguata per gestire i servizi pubblici e il welfare, sia per la sua natura sociale, sia per la sua storica capacità di sapere lavorare in economia. Non credo sia un caso che, oggi, negli Usa, quasi tutte le centrali elettriche siano gestite da cooperative. Per questo invito il movimento cooperativo a candidarsi con forza nella gestione dei servizi pubblici e a implementare la sua presenza nell’ambito dell’assistenza socio sanitaria. Infine la cooperazione, unendo capitale e lavoro nelle stesse mani, come era solito dire Mazzini, è una risposta credibile a una finanza bieca che è una delle cause principali dell’attuale crisi. Fare i soldi con i soldi non porta vantaggi alla società. Lo stesso Collodi, nelle figure del Gatto e la Volpe, voleva mettere alla berlina coloro che pensano che senza produzione si possa generare un benessere collettivo».


Amato ha infine ricordato che occorrerebbe una legislazione in grado di tutelare le piccole cooperative. «L’assimilazione della grande cooperazione alle imprese di capitali, purtroppo ha reso meno agevole il lavoro delle cooperative composte da pochi soci. Questo è un punto su cui il legislatore deve intervenire quanto prima».

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