Welfare

Amati: «Allargare le tutele dei figli delle vittime sul lavoro»

La senatrice pd Silvana Amati insieme ad Anmil sta studiando una proposta di legge perché la rendita Inail sia corrisposta almeno sino al 21esimo anno d’età dei figli di quanti hanno perso la vita sul lavoro a differenza di quanto avviene ora

di Redazione

L’iniziativa serve ad attualizzare il Testo Unico n. 1124 del 1965 che regola i trattamenti spettati al coniuge e ai figli dei caduti sul lavoro. Una norma che ha 50 anni e che mostra i segni del tempo. La questione più urgente è la discriminazione che riguarda i figli delle vittime sul lavoro.

«La normativa attuale riconosce una rendita Inail sino al compimento del 18esimo anno d’età, al massimo del 26esimo anno solo se il figlio frequenta un corso di laurea, vive a carico della coniuge supersite e non ha un lavoro retribuito», spiega la senatrice Silvana Amati .

La presenza simultanea di questi tre requisiti rappresenterebbe una discriminazione anche alla luce di una sentenza della Corte di Cassazione del 2012 che ha sancito l'obbligo genitoriale di mantenimento dei figli sino alla loro indipendenza economica, quindi senza indicare una data età. 

«Il testo in fase di elaborazione – afferma la sentrice – prevede una modifica per cui i figli, non occupati e a carico del lavoratore deceduto, hanno diritto a una rendita sino al 21esimo anno d’età se studenti di scuola media o professionale o per tutta la durata del normale corso universitario (almeno sino ai 26 anni)».

La senatrice Silvana Amati da anni collabora con Anmil e in particolare per  contribuire a tutelare  le famiglie che vivono il dramma di un grave  infortunio sul lavoro.  La Amati collabora anche con il Gruppo Donne Anmil, che fra l'altro è stato recentemente rinnnovato. Sono state elette: Maria Stella Agnello di Ragusa, Alessandra Caponi di Pistoia, Michelina Ferrazzo di Campobasso, Graziella Nori di Ancona e Patrizia Sannino di Napoli.


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