Salute
Alzheimer Fest, l’evento per celebrare la vita è al terzo atto
La kermesse approda quest’anno al parco di Sant'Artemio di Treviso nel weekend del 13,14 e 15 settembre. «È un'occazione che dà la possibilità di incontrarsi, essere se stessi, non sentirsi soli nelle difficoltà: perché l’Alzheimer e le altre forme di demenza non tolgono di mezzo la vita», spiega l'ideatore Michele Farina
L'Alzheimer non è una condizione da festeggiare. Averlo o averci a che fare non è cosa divertente, da celebrare con una festa, per quanto possa riservare dei preziosi e inaspettati momenti di verità e vicinanza che una festa la meriterebbero. Si può però fare una festa insieme alle persone che hanno l'Alzheimer. Celebrare con loro la vita che, pur con condizioni diverse, continua e continua a meritare la sua dignità. È questo secondo Michele Farina, il giornalista del Corriere ideatore dell'Alzheimer Fest, il senso dell'iniziativa itinerante che in questo suo terzo anno approda al parco di Sant'Artemio di Treviso nel weekend del 13,14 e 15 settembre.
«Ho fatto esperienza dell'Alzheimer per dieci anni con mia madre, all'epoca non conoscevo nessun altro nella sua condizione» ricorda Farina. «Il vissuto già pesante è stato aggravato da un senso di isolamento sociale e, dopo alcuni anni dalla sua morte, ho sentito il desiderio di incontrare persone con storie simili alla mia. Mi sono ritrovato a intraprendere un lungo viaggio fatto di incontri». Di questi incontri Farina ha scritto sul Corriere finché, insieme alla sua storia personale, sono diventati il libro “Quando andiamo a casa?” (Bur, 2015). Proprio durante una delle presentazioni del libro, di fronte alla domanda, come chiamiamo questo evento, Farina ha risposto “Alzheimer Fest”. Ha pensato, Farina, quella volta, al senso dell'Alzheimer Cafè: una provocazione che gioca su apparenti paradossi e mette insieme il disordine dell'ordinario, la malattia, con il massimo dell'ordinario, il bar; la causa dell'isolamento, la malattia, con l'emblema della socialità, il bar.
«Il “Fest” si inserisce in quella linea di pensiero: per dire che ci sono dei bisogni si possono mostrare gli aspetti più tremendi della malattia. Si può però anche partire da un altro punto di vista, quello della capacità di celebrare come capacità residua rimasta, che dà alle persone la dignità di essere orgogliose di ciò che sono così come sono, senza esibizionismi o ostentazioni ma con la voglia di stare insieme». Sì, perché questa festa mette insieme tante persone che il giornalista ha incontrato in tanti luoghi diversi e che lo hanno emozionato, ci racconta, lo hanno fatto sentire meno solo.
All'evento ci sarà Guido Morgavi del progetto ArtEva, artista ed ergoterapista del centro Firmian di Bolzano, che propone l'idea per cui gli anziani possono ancora crescere. Se crescere vuol dire vivere e sentire, si può fare anche quando ti dimentichi quello che hai vissuto. Ci sarà anche il cortometraggio di Marco Toscani “Il sogno di Mariuccia” che lanciava l'Alzheimer Fest di due anni fa. Lo stesso regista ha firmato anche un altro video, ispirato alle pagine di Farina, dove raccontano di un uomo che ha dimenticato di aver sposato sua moglie quarant'anni prima e la risceglie, la chiede di nuovo in sposa.
«Una storia vera che ho ascoltato» racconta Farina «e che può essere tremenda ma anche il simbolo di un nuovo inizio. Perché ci sono cose dell'Alzheimer che ti straziano e nello stesso momento ti aprono il cuore. Perché, a pensarci, aprire il cuore è bello, emozionante, ma è anche tremendo, straziante appunto. L'Alzheimer ci riesce».
A Treviso verrà Bere Miesen, l'inventore degli Alzheimer Cafè, e verrà anche don Dante del Cuam di Padova, a raccontare nell'evento “Come si dice Alzheimer in Swahili?” come vivono gli anziani con demenza nei luoghi dove il Cuam opera, come Sudan, Mozambico, Sierra Leone. «Perché l'Alzheimer non deve chiudere le famiglie sui propri bisogni personali. Può essere anche una chiave per un dialogo internazionale e interraziale». Ci saranno i medici senza camice, i food truck di Slow Food, la musica, i laboratori, le mostre e i giovani acrobati del Circo Zoé. Ci saranno delle rappresentanze di quanto accade a Treviso in tema di anziani, ci saranno gli anziani che camminano, lentamente ma inesorabilmente, cadenzando il passo sullo slogan “Camminando ricordo”, ci saranno gli operatori dell'Israa e ci sarà la possibilità che tutti parlino con tutti, come di solito accade in ogni festa ben riuscita.
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