Sostenibilità

Alveari in città, ecco come si urbanizzano le api

Green Island, l’iniziativa dedicata al tema della sostenibilità urbana e della salvaguardia delle api è protagonista di una serie di appuntamenti ed eventi che si terranno durante l'Expo.

di Martino Pillitteri

Nuovi prototipi di alveari urbani che verranno realizzati da artigiani locali e installati in diverse aree verdi di Milano. E’ la mission di GREEN ISLAND, un progetto internazionale promosso dall’associazione culturale Amaze cultural lab, dedicato al tema della sostenibilità urbana, della salvaguardia delle api e del miele.
Giunto alla tredicesima edizione, il progetto è valorizzato e arricchito anche da mostre, conferenze, incontri, spazi verdi ed installazioni sparsi per Milano per il periodo di EXPO 2015. Location privilegiate sono alcuni giardini e spazi pubblici della città.

Il kick off è stato lo scorso mese presso la Stazione di Porta Garibaldi/Porta Nuova con l’alveare di api operaie e la regina. In quell’ occasione, gli operatori di CONAPI (rete dei maggiori produttori di miele biologico in Italia) hanno spiegato come funziona la società delle api, e offerto degustazioni di mieli dal mondo.
Seguiranno una serie di installazioni in cortili e spazi verdi della città, con prototipi delle maquette di alveari urbani realizzate da artigiani locali.

«Ciò che ci ha ispirato» racconta l’animatrice del progetto Claudia Zanfi, «è stata una riflessione del filosofo GILLES CLEMENT: “Se si smette di guardare il paesaggio come l’oggetto di un’attività umana, subito si scopre una quantità di spazi indecisi, privi di funzione sui quali è difficile posare un nome. Quest’insieme non appartiene né al territorio dell’ombra né a quello della luce. Si situa ai margini. Dove i boschi si sfrangiano, lungo le strade e i fiumi, nei recessi dimenticati dalle coltivazioni. Questo paesaggio è una necessità biologica, che condiziona il futuro degli esseri viventi, modifica la lettura del territorio e valorizza luoghi abitualmente trascurati». 

L’associazione Amaze e i suoi partner hanno sentito la necessità di attivare una struttura culturale nuova, agile e dinamica, in grado di dialogare con il territorio locale e con quello internazionale, di parlare della contemporaneità e di essere presente sul campo, di occuparsi dei fatti di grande trasformazione sociale e politica.

«Da tempo arte e design» spiega Claudia Zanfi «non sono più solo luoghi privilegiati, ma si sono trasformati in un osservatorio che si espande nella città e nella società, per abbracciare un luogo, un tempo, una rete di relazioni culturali attraverso immagini e forme legate alle urgenze del contemporaneo. La biodiversità urbana è una di queste urgenze primarie. Proporre con il programma ALVEARI URBANI la reintroduzione dell’apicoltura urbana nelle nostre città è un segnale di civiltà e di capacità di stare al passo con altri grandi centri europei quali Parigi, Londra, Berlino, New York. Qui le arnie fioriscono sui tetti dei grattacieli e delle Università, vengono coinvolgi artisti, designer, botanici in dialogo tra loro per dare vita a una pratica indispensabile alla nostra sopravvivenza, e si impara a produrre miele urbano di qualità».

L’importanza  delle  api nel  mondo  alimentare è indiscussa: sono indicatori della qualità dell'ambiente  e ricoprono un ruolo fondamentale per la continuità  delle risorse  alimentari del  nostro pianeta (il 70% della vegetazione  è  impollinata  dalle  api).
Il miele è ENERGIA PER LA VITA, è l'alimento più energetico che si trova direttamente in natura, peraltro senza creare sofferenza né uccisione agli animali che lo producono.  

«In questo» spiega Zanfi «il miele rappresenta il vertice del messaggio di EXPO 2015. Il miele è considerato il primo nutrimento dell'uomo primitivo. Da sempre l'uomo è  legato alle api, per uso del miele e della cera. Le prima raccoglitrici di miele sono donne (Paleolitico- incisioni trovate nella grotta di Aragna in Spagna). San Giovanni Battista sopravvive nutrendosi solo di miele selvatico. Tra le prime norme dell'antico diritto civile romano sulla proprietà privata, c'è il possesso di porzioni di bosco con alberi fruttiferi e relativi favi mieliferi».

Foto: Judith Cowan (UK), Bee Spot.

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