Formazione
Alunni adottati, in arrivo le linee guida
Il ministro Stefania Giannini ha citato in tv il protocollo con il CARE per facilitare l'inserimento a scuola dei bambini adottati. Quel protocollo però è solo l'inizio, perché adesso sono pronte anche le Linee Guida: manca solo la firma del ministro
di Redazione
Gentile Ministro Giannini, ci rivolgiamo alla sensibilità da lei dimostrata su questo tema affinché il documento “Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati” veda finalmente l’ultimo atto e diventi operativo, in tempo utile già per l'avvio del prossimo anno scolastico. Ministro Giannini, firmi le linee guida.
Si conclude sostanzialmente con questo appello la lettera aperta (in allegato) con cui il Coordinamento CARE ha ringraziato il ministro all’Istruzione, Stefania Giannini, che il 3 luglio, nel corso della trasmissione tv UnoMattina (in foto un frame della trasmissione) dedicata all'inserimento scolastico dei bambini adottati, ha citato e portato all'attenzione del pubblico il protocollo di intesa fra il MIUR e lo stesso CARE, firmato alla fine del 2013 (qui la news e il testo del protocollo).
«Per noi associazioni familiari il post adozione è il tema predominante. E nel post adozione la scuola è un tassello fondamentale», spiega Monya Ferriti, presidente del CARE. Non per nulla lo stesso CARE, nell’ambito della recente consultazione del Governo sull’imminente riforma del Terzo Settore, ha chiesto proprio il potenziamento dei servizi per il post adozione e il coinvolgimento della scuola. Per rendersene conto basti rileggere il post di Marcello Esposito, blogger di Vita.it e genitore adottivo, che poche setimane esplicitamente sottolineava come nelle adozioni «il supporto serva dopo, non prima».
«I bisogni dei bambini adottati non sono esattamente identici a quelli dei bambini immigrati, i bambini adottati hanno una famiglia italiana, ci sono delle specificità. Questa rete tra famiglie, associazioni e scuola esiste, il Miur ha aperto anche dei tavoli molto interessanti con le associazioni familiari» ha detto in tv la presidente della CAI, Silvia Della Monica. «La rete esiste e proprio l’anno scorso è stato firmato un protocollo d’intesa, che è operativo, con l’associazione Care che si occupa di questo tema specifico», ha ribadito il ministro Giannini. Il protocollo si intitola “Agevolare l’inserimento, l’integrazione e il benessere scolastico degli studenti adottati” ed è stato il primo frutto di un tavolo di lavoro nato nell’aprile 2011 fra Miur, associazioni familiari ed esperti (Marco Chistolini, Cinzia Fabbrocini e Livia Botta) per lo studio delle complesse problematiche che riguardano l'inserimento scolastico dei numerosi minori adottati e in condizione di affidamento temporaneo etero famigliare. Dopo il protocollo, a febbraio 2014 è arrivata anche la circolare che concede la possibilità di una deroga all’obbligo scolastico per gli alunni adottati, consentendo di far frequentare un anno in più di scuola dell’infanzia ai bambini di sei anni da poco entrati in Italia, dando quindi a loro il tempo necessario per ambientarsi, consolidare le loro competenze linguistiche e dando spazio alla costruzione della nuova famiglia. Passi importanti, ma l’obiettivo del tavolo di lavoro erano le “Linee Guida Nazionali per il benessere dei bambini adottati a scuola”, che ora sono pronte e attendono solo la firma del ministro per essere divulgate a tutte le scuole e diventare operative.
«È la prima articolazione importante in materia, è la sistematizzazione di ciò che le associazioni familiari e gli esperti hanno imparato in anni di esperienza sul campo», spiega Ferriti. «Le linee guida si rivolgono ai dirigenti scolastici e prevedono anche alcuni allegati molto concreti, che ciascuna scuola può riadattare al proprio contesto e utilizzare subito. Le scuole spesso davanti a questi problemi non hanno una soluzione, a volte basta solo migliorare la comunicazione tra scuola e famiglia». I temi sono tanti: c’è la deroga di un anno all’obbligo di iscrizione, indicazioni amministrative, suggerimenti sulla scelta della classe in cui fare l’inserimento, la richiesta di formare un insegnante referente per ogni circolo didattico che si interfacci con le famiglie, le raccomandazioni sullo studio delle lingue straniere alle medie, la formazione dei dirigenti, degli insegnanti e del personale amministrativo… «Il CARE da un anno abbiamo uno sportello dedicato alla scuola a cui si sono rivolte decine di famiglie. È stato un laboratorio utile per sperimentare soluzioni, che sono confluite nelle Linee guida», conclude Ferriti.
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