Sostenibilità
Altro che nucleare, qui si va a tutto green
Vicino a Rovigo sorgerà il più grande parco fotovoltaico d'Europa. Una sfida ai fans dell'atomo
C’è il tratto dell’autostrada del Brennero dove i pannelli fonoassorbenti producono energia in quanto fotovoltaici e la Oil Free Zone a Primiero. Ma anche la stalla di Monastier (Treviso) che copre il fabbisogno energetico di duemila famiglie grazie al biogas. Mentre a Trieste l’Area Science Park si prepara ad indossare un “abito ecologico” dove convergono interventi di coibentazione, geotermia e fotovoltaico. Energie rinnovabili ma soprattutto replicabili a Nord-Est, e in particolare in quel Veneto candidato ad ospitare una centrale nucleare.
Buone pratiche di un territorio dove davvero case history d’eccellenza non mancano: come la macroarea di San Bellino e Castelguglielmo in quel di Rovigo dove SunEdison, leader nei servizi di energia solare nel Nord America, ha annunciato l’avvio della costruzione del più grande parco fotovoltaico d’Europa. Si svilupperà su una superficie di oltre 850mila mq (pari a 120 campi da calcio) ed avrà una potenza installata di 72 MW. La produzione di energia inizierà nella seconda metà del 2010. Nel primo anno di attività, il sistema produrrà energia in quantità equivalente al fabbisogno di oltre 17mila famiglie, con un risparmio annuo di quasi 41mila tonnellate di CO2.
«Il Nord-Est punta a diventare un’area metropolitana green, una rete di comunità integrate, sostenibili e sicure e comincia a unire i tasselli di un sistema industriale nuovo, meno energivoro di quello passato e in linea con un sistema residenziale e di consumo più sostenibile, sempre meno congestionato e dipendente dalle fonti energetiche non rinnovabili», spiega Paolo Gurisatti (nella foto), presidente di Habitech, distretto tecnologico trentino per l’energia e l’ambiente. «Il modello è la rete di comunità sostenibili e sicure: autonome dal punto di vista energetico, capaci di integrare l’identità produttiva con uno stile di residenza originale e di alta qualità».
«Parliamoci chiaro: oggi e nei prossimi anni continueremo a essere dipendenti dal fossile e dall’energia che acquistiamo dall’estero», dice Gabriella Chiellino, titolare di eAmbiente e prima laureata italiana in Scienze ambientali, «noi ci siamo posti l’obiettivo di arrivare al 20% del fabbisogno generato dalle energie alternative. Ma per godere dei vantaggi del nucleare dovremmo attendere il 2030, secondo le ultime stime ministeriali. Credo che oggi sia più realistico puntare sull’impegno di soluzioni come quelle presentate e ad un impegno personale nel contenere i consumi». Insomma realismo, innanzitutto.
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