Politica
Alternanza Scuola-Lavoro: un bottone rosso per alzare la qualità
Domani a Roma di tengono gli Stati Generali dell'Alternanza Scuola Lavoro: «il tema non è tornare indietro da un’innovazione qualificante, ma farla diventare per tutti un’esperienza positiva», dice la ministra Valeria Fedeli. Tre le novità: mille tutor territoriali di Anpal dedicati, un corso online sulla sicurezza realizzato da Inail e un bottone rosso per segnalare i problemi
A tre anni dall’entrata in vigore, l’Alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria introdotta nell'estate 2015 dalla Buona Scuola, con quest'anno scolastico va a regime, coinvolgendo un milione e mezzo di studenti. È questo pertanto un anno fondamentale «per radicare il senso, gli obiettivi, il livello di qualità dell’alternanza», afferma la Ministra Valeri Fedeli. E anche «per richiamare alla responsabilità la società e l’economia reale nel suo insieme. Per questo ho voluto gli Stati Generali dell’Alternanza, che si terranno a Roma il 16 dicembre, perché il successo qualitativo dell’alternanza è un tema che riguarda tutto il Paese». Domani quindi verrà presentata la tanto attesa Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in Alternanza Scuola-Lavoro, appena registrata dalla Corte dei Conti. Ma anche la nuova piattaforma interattiva del Miur, attraverso cui – fra le altre cose – tutti gli studenti potranno seguire la formazione delle sicurezza sul lavoro prevista dall'Alternanza, con un corso online realizzato dall'INAIL, con lo standard di qualità massimo. Attraverso la piattaforma scuole e aziende potranno incontrarsi più facilmente, come pure sarà semplificato il processo burocratico (fino ad oggi tutti i documenti erano da compilare in cartaceo). Nel programma della giornata anche tante voci di studenti e, fra gli altri, l'intervento di Claudia Fiaschi, Portavoce del Forum Terzo Settore.
Che voto dà ai primi due anni di alternanza scuola lavoro?
Un voto positivo, sono molto convinta della scelta innovativa fatta con la legge 107/2015 perché aver introdotto questa innovazione didattica e quindi la possibilità di far acquisire alle studentesse e agli studenti nuove e ulteriori competenze, in particolari quelle trasversali, consente davvero di recuperare un gap formativo che i nostri ragazzi avevano (e quelli che non fanno alternanza scuola ancora hanno) nella preparazione curricolare rispetto ai loro coetanei di altri paesi europei. So che nell’attuazione ci sono stati dei problemi, come accade nell’attuazione di ogni innovazione, che deve essere accompagnata, sostenuta, monitorata, verificata e implementata. La cosa importante è che tutti abbiano presente che chi accoglie un ragazzo deve saperlo fare ed essere pronto allo scopo dell’alternanza, che è dare strumenti di conoscenza e formativi. Abbiamo siglato un’intesa con Anpal, sottoscritta a metà ottobre, per avere mille tutor territoriali dedicati all’alternanza scuola lavoro. Sono persone che conoscono il senso e gli obiettivi dell’alternanza e conoscono il territorio: faranno da facilitatori per costruire i progetti, sono un aiuto in più per la qualità dei percorsi formativi, perché questo è il punto fondamentale, la qualità.
Quindi nessuna retromarcia sull’obbligatorietà, nemmeno per i licei?
No, sarebbe una regressione. Mettiamola così: vogliamo dare più strumenti formativi ai ragazzi o meno? Io credo che tutti rispondiamo di più. Il tema non è tornare indietro da un’innovazione qualificante, ma farla diventare per tutti un’esperienza positiva, senza eccezioni. Peraltro ricordo che l’alternanza scuola lavoro non è un’invenzione della legge 107, si fa da anni, nel 2015 si è solo scelto di renderla strutturale e obbligatoria. Lei parla dei licei: anche lì, fra le esperienze che mi è capitato di conoscere e verificare, la gran parte sono positive, perché se è costruita in modo corretto anche lì c’è corrispondenza tra gli studi che stai facendo, la facoltà che vuoi fare e l’esperienza di alternanza.
Le proteste delle settimane scorse cosa dicono a lei e al Miur?
Le proteste vanno sempre ascoltate, il che non vuol dire che i contenuti siano tutti condivisibili. Con la delegazione incontrata, i temi emersi sono quelli di cui mi sto occupando dall’inizio del mio mandato: qualificare ovunque l’esperienza formativa. È questo il nostro impegno, rendere l’alternanza quello che deve essere, anche implementando le linee guida, il monitoraggio, i controlli, con tutti gli strumenti necessari.
Molti docenti guardano con aperta diffidenza se non con ostilità all’alternanza: cosa si sente di dire loro?
Ai docenti dico che l’alternanza è una innovazione della qualità didattica. È dare sempre più – per la loro funzione – competenze e conoscenze ai ragazzi: lo richiede la necessitò che la scuola ha di essere capace di dare ai propri studenti le migliori opportunità.
Lei ha parlato di un “bottone rosso” all’interno di una nuova piattaforma per l’alternanza che il Miur sta realizzando: cosa può anticipare?
La piattaforma interattiva è pronta, contiene buone pratiche, esempi accordi e di progettazione, sarà un sostegno reale per l’attuazione qualitativa dell’alternanza. Ci sarà un corso online sulla sicurezza sul posto di lavoro, gratuito, realizzato dall’Inail e anche un “bottone rosso” con cui i rappresentanti degli studenti – non i singoli studenti – potranno segnalare anche al Ministero i problemi. Questo a supporto delle realtà in cui, per condizioni di contesto, non c’è immediatamente la possibilità di avvertire il dirigente o il tutor scolastico o adesso il tutor territoriale, che devono comunque essere i primi riferimenti. È un segnale per tutto il sistema, per dire che il Miur è effettivamente di supporto.
Foto di © Remo Casilli/Sintesi
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