Formazione

Alternanza scuola-lavoro, ora non salga in cattedra la burocrazia

In questi primi due anni di sperimentazione il Csvnet ha inserito i progetti di alternanza fra le attività di promozione del volontariato presso gli istituti. Nell’anno scolastico 2016-2017 sono stati coinvolti più di 8.200 studenti. L'intervista con il direttore Roberto Museo

di Redazione

Roberto Museo è il direttore di Csvnet, la rete nazionale dei Centri di servizio al volontariato. In questi anni primi due anni di sperimentazione dell’Alternanza scuola-lavoro, il network ha inserito i progetti di Asl fra le attività di promozione del volontariato presso gli istituti. Nell’anno scolastico 2016-2017 sono stati coinvolti più di 8.200 studenti.


Direttore, come avviene l’incontro con le scuole: siete voi a contattarle o si propongono gli stessi istituti?
La promozione del volontariato fra i giovani e nelle scuole è impegno prioritario dei Csv. Lo svolgono prevalentemente attraverso la proposta di occasioni di incontro concreto con il mondo del volontariato. Quindi non lezioni o testimonianze, ma esperienze concrete sul campo. Molti Csv promuovono perciò, da diversi anni, l’accoglienza temporanea di ragazzi in associazioni, per esperienze di volontariato, anche nell’ambito di progetti di contrasto alla dispersione scolastica. Tali esperienze, tramite le quali si è costruito un rapporto di fiducia con molte scuole del territorio, ha portato naturalmente gli istituti scolastici a richiedere il supporto dei Csv nei progetti di Alternanza scuola-lavoro.

Gli enti di volontariato sono davvero interessati all’alternanza scuola lavoro?
Grazie a questi progetti le associazioni colgono l’opportunità di interessare alla cittadinanza attiva una platea di “aspiranti volontari giovani”, un target non sempre facile da raggiungere, sebbene i dati emersi recentemente sull’impegno civico dei giovani sembrano confortarci: secondo l’Istat il coinvolgi- mento nel volontariato per i giovani tra 14 e 17 anni è cresciuto del 40% tra il 1993 e il 2016, del 44% per la fascia 18-19 anni, del 37% per quella tra 20 e 24.

Che tipologie di attività proponete?
Il settore della promozione e dell’orientamento al volontariato (74%) è quello preminente, segue quello dell’informazione e comunicazione (55,6%) e quello dell’animazione sociale territoriale (40%). Per il futuro a partire da alcune esperienze locali già attivate da alcuni Csv, Csvnet intende sviluppare percorsi di “associazione formativa simulata”; da qui nasce il protocollo d’intesa firmato a giugno con Confao (Consorzio nazionale per la formazione, l’aggiornamento e l’orientamento) che ha realizzato una piattaforma di simulazione aziendale (ifsconfao.net) che in questi anni ha coinvolto oltre 500 istituzioni scolastiche con 2.600 Imprese formative simulate (Ifs).

I più e i meno dell’Alternanza scuola-lavoro: quali sono gli aspetti positivi e quelli invece da migliorare?
Il mondo del lavoro cerca sempre più competenze di leadership collaborativa, di capacità di lavorare in team, di creare re- lazioni e appartenenze. È alto il rischio che anche un segmento innovativo dell’istruzione, come la proposta dell’alternanza scuola-lavoro si appiattisca su una visione dell’occupabilità obsoleta. Entrando in contatto con le associazioni i ragazzi possono far pratica concreta di lavoro in un ambiente ricco di va- lori, collaborativo e non competitivo. Alcuni dei nostri centri hanno evidenziato alcune difficoltà, dovute all’inquadramento degli studenti nei percorsi in Alternanza. Una lettura meramente “burocratrica” dell’applicazione del Testo Unico sulla Sicurezza nei luoghi di Lavoro, di fatto, sembrerebbe non rendere possibile l’esperienza di Alternanza nelle associazioni con soli volontari, se non con un aggravio di adempimenti non sostenibile per le piccole realtà. Si riscontra inoltre la necessità di investire maggiormente sul corpo docenti delle scuole che spesso risulta non conoscere a sufficienza il mondo del volontariato e del Terzo settore così da non cogliere pienamente le opportunità per gli studenti.

Nella foto di copertina alcuni studenti in alternanza scuola-lavoro al Gruppo Loccioni


17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.