Volontariato

Allo straniero non far sapere

Vogliono notizie dai loro Paesi, film in lingua originale e informazioni per capire meglio l’Italia. Ma da giornali e tv ottengono scarse risposte.

di Federico Cella

La stampa e i massmedia italiani sono da bocciare perché troppo provinciali e rivolti alla sola utenza nazionale. L?accusa viene da un?indagine conoscitiva svolta in Toscana sui gusti dei cittadini stranieri in fatto di comunicazione e informazione, da cui si evince una forte ricerca della cronaca locale, la cronaca più ?utile?, e un?esigenza di cronaca estera non corrisposta dai nostri giornali, al punto che i cittadini immigrati ripiegano forzatamente sulla stampa straniera. Una bassa attenzione alla multiculturalità, quindi, che si riflette anche nei servizi informativi predisposti dalle istituzioni locali, orientati verso un?utenza solo italiana. La ricerca in questione, denominata Parlamondo, è stata voluta dalla Regione Toscana all?interno dell?iniziativa ?Promozione della cittadinanza sociale?. Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con l?ong fiorentina Cospe, che ha condotto l?indagine su un campione dei circa 98 mila stranieri soggiornanti in Toscana. A livello istituzionale, gli esperti del Cospe hanno inizialmente censito quella che si potrebbe definire l?offerta da parte delle strutture pubbliche a favore dei cittadini stranieri. In tutta la regione i Comuni, le Aziende sanitarie e le Camere del lavoro offrono un totale di 79 fra sportelli e servizi appositi; una presenza diffusa a livello comunale e sindacale, mentre i problemi principali permangono nelle strutture sanitarie che, trincerandosi dietro la Legge 40 in materia d?immigrazione (che prevede la copertura delle cure mediche urgenti, ma non servizi specifici), mancano di strutture adeguate e lamentano la quasi totale assenza dei necessari mediatori culturali. Questo malgrado la domanda dei cittadini stranieri sia principalmente rivolta verso le strutture sanitarie: il medico di base viene contattato dal 91% degli intervistati, che, in assenza di strutture più ?accoglienti?, si sono rivolti per l?85% al pronto soccorso (l?80% e con minore frequenza al servizio stranieri delle Asl). A fronte di queste macrotendenze, si possono meglio intendere le istanze della domanda posta dal cittadino straniero. Che, infatti, solo per l?11% dei casi, per risolvere un problema si rivolge alle strutture pubbliche; le informazioni si ottengono, nel 30% dei casi, dai parenti o dai compaesani, da amici italiani (20%) e da amici immigrati (20%). Numerose sono infatti le difficoltà incontrate da questi cittadini nel rapportarsi con i servizi: nel comprendere le procedure (22,9%), nel comprendere la lingua (20,6%) e nel comprendere le competenze del servizio (15,2%); non ha segnalato alcun problema solo il 5% degli intervistati. Sul fronte della fruizione degli organi d?informazione, la ricerca mostra come primo risultato lo scarso interesse di questi a questioni di stampo multietnico: solo sei le risposte su circa 150 emittenti radio e televisive contattate per la ricerca. In ogni caso l?offerta di informazione specificatamente diretta ai cittadini stranieri risulta essere molto limitata, e presente soprattutto in piccole esperienze locali (è il caso anche dei risultati della ricerca sui quotidiani). Offerta che dunque non va a braccetto con la domanda: alla televisione i cittadini stranieri vorrebbero vedere più informazione politica-sociale su altri Paesi (27,1%), informazioni utili per gli stranieri (16,1%) e film in lingua originale (11,2%). Il risultato di questa discrepanza tra domanda e offerta può essere evinta dalla lettura dei periodici: il 37,1% degli immigrati in Toscana legge riviste estere (un dato quasi alla pari con il 40% di quelle italiane). Una tendenza che ritorna con i quotidiani, dove le testate estere si pongono al quarto posto delle preferenze (5,91%), subito dopo i ?toscani? La Nazione (18%) e Il Tirreno (12,5%) e il quotidiano La Repubblica (11,6%), che, a differenza del Corriere della Sera (3,5%), ha una sviluppata cronaca locale. Un?ulteriore conferma arriva anche dall?ascolto delle radio: il 12,1%, la percentuale al primo posto, ascolta radio estere.


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