Famiglia

Allo spedale provvidente il pellegrino dorme gratis

A Roma riapre una struttura vecchia di secoli

di Chiara Cantoni

La Via Francigena è un’amante gelosa del suo pellegrino: lo fiacca con l’asprezza del sole per il piacere di concedergli la dolcezza dell’ombra; lo sferza nelle giornate di pioggia per regalargli a sera i tramonti più belli; di tanto in tanto lo rapisce all’ingresso di una chiesa e confessa d’un fiato passioni antiche, storie di viaggio e di vecchi compagni. Non è facile dire perché, nell’era degli auto addicted, dell’alta velocità e dei voli low cost, a un certo punto uno comincia a camminare. Certo è che ogni pellegrino rappresenta un’occasione di crescita nell’accoglienza. Così almeno hanno intuito le suore della Divina Provvidenza, che da Pasqua 2009 ospitano a Roma, al Testaccio, lo Spedale della provvidenza di San Giacomo e San Benedetto Labre, quarta Casa di accoglienza per pellegrini a piedi, in bici o a cavallo, gestita dalla Confraternita di San Jacopo di Compostella (100 confratelli in Italia).
«La riscoperta del viaggio nei luoghi sacri è un segno del nostro tempo: chi ha una grazia da domandare, un voto da assolvere, chi semplicemente il bisogno di ritrovare se stesso», afferma don Paolo Asolan, cappellano del capitolo romano della Confraternita. «La Capitale è meta finale e città di transito sulla via delle peregrinationes majores: Santiago e Gerusalemme, che dopo secoli tornano a convergere grazie alla riapertura degli antichi tracciati. In 6 mesi abbiamo accolto più di 400 pellegrini: italiani, olandesi, tedeschi, francesi. Persino il pronipote di Charles de Foucault». Che diventano migliaia ogni anno, se si sommano le case di Radicofani (SI) sulla Francigena, di Ponte San Giovanni (PG), e San Nicolas de Puente Fitero (Itero del Castillo, Burgos), sul cammino di Santiago. «Ci chiamano “quelli che lavano i piedi nel loro Ospitale”, perché all’arrivo di un nuovo hospes ripetiamo il rito della lavanda per dirgli che è a casa, che può riposarsi e ristorarsi col pasto comune».
Per l’esattezza, cena, colazione e un letto per due giorni. Gratis. Basta esibire la Credenziale. «Un documento di viaggio che accompagna il pellegrino, ne attesta l’identità e lo distingue da ogni altro viaggiatore», spiega don Asolan. «Il filone turistico degli “itinerari dello spirito” ha lanciato un business estraneo al vero pellegrinaggio. La Credenziale testimonia invece che il viaggio ha ragioni spirituali, ed è rilasciata gratuitamente da autorità religiose». Quella della Confraternita di San Jacopo, per esempio, permette di raggiungere Santiago, Gerusalemme, Monte Sant’Angelo, Loreto, Assisi, e appunto, Roma, «tappa finale della Francigena ma anche città di pellegrinaggi urbani: dal giro delle sette Chiese all’itinerario di san Paolo».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA