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All’Europa non serve nessuno “scudo”, i profughi sono persone non invasori

Non mi riconosco nelle parole della presidente Ursula Von Der Leyen che ha definito la Grecia "lo scudo d'Europa" come se fosse attaccata da un'orda di pericolosi e violenti invasori. Sono profughi di guerra, sono tante donne e bambini. Sono usati come bombe umane da Erdogan ma anche vittime del dittatore Assad. Queste donne e uomini potremmo essere noi

di Patrizia Toia

Non mi riconosco nelle parole della presidente Ursula Von Der Leyen che ha definito la Grecia "lo scudo d'Europa" come se fosse attaccata da un'orda di pericolosi e violenti invasori. È vero che lì c’è il confine dell’Europa, è vero che la Grecia già ospita decine di migliaia di profughi e non ce la farebbe a sostenere una ondata di nuovi arrivi.

Va perciò aiutata e sostenuta perché il problema è europeo, ma chi preme dietro il filo, chi arriva dal mare, sono esseri umani I che fuggono dai villaggi rasi al suolo, da bombardamenti e attacchi bellici.

Sono profughi di guerra, sono tante donne e bambini. Sono usati come bombe umane da Erdogan ma anche vittime del dittatore Assad e se l’Europa ha il dovere di aiutare la Grecia che è in prima linea, ha anche il dovere altresì di condannare i respingimenti violenti della guardia costiera e gli attacchi di ostilità.

E, ci piaccia o no, anche questa è un’emergenza che va affrontata e l’Europa deve farlo secondo le regole del Diritto Internazionale e i Principi proclamati dalla nostra Carta di Nizza.

Dobbiamo trovare una soluzione umanitaria urgente, dobbiamo varare un piano straordinario di ricollocamenti e dovremo poi lavorare per una soluzione politica più ampia, per spegnere i conflitti che hanno generato queste tragedie.

Vedere queste persone, queste donne e uomini che potremmo essere noi , prigioniere di una "terra di nessuno", offese nella loro dignità, respinte come cani infetti, vedere questi bambini inermi trattati come un nemico, non è degno dell’Europa, di ciò che l’Europa è: libertà, diritti, inclusione e civiltà.

Patrizia Toia*, Eurodeputata Partito Democratico

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