Formazione
Allenarsi con Mr.Parkinson. Per seminarlo
L'attività motoria aiuta a vivere meglio. Un team di ciclisti con la malattia e due accompagnatori percorreranno 800 km in nove giorni fino al congresso mondiale a Barcellona, dove convergeranno altre squadre in arrivo dall'Europa. Intanto, a Verona, vengono presentate le nuove linee guida su Parkinson e sport
In questo momento, il gruppo è in viaggio per la Liguria. L'adrenalina e l'emozione del giorno prima si fa sentire. Il via è fissato domattina alle 8.30 dal palazzo Comunale di Ventimiglia. I «parkinsonauti» stanno già aggiornando i social dell'associazione Parkinson&Sport per raccontare l'impresa che li attende: 800km in bicicletta da percorrere in nove giorni per raggiungere Barcellona, dove è in corso il VI World Parkinson Congress, congresso mondiale dedicato alla malattia neurodegenerativa che colpisce circa 5 milioni di persone nel mondo, di cui circa 300.000 solo nel nostro Paese. A Barcellona, si uniranno alle altre squadre in arrivo da Regno Unito e Spagna, nell'ambito del progetto Bike to Barcelona, promosso dall'Associazione americana World Parkinson Coalition (WPC).
A correre la «Bike WPC Ventimiglia Barcellona 2023» sono Samantha, Karin, Marco, Angelo, Ger, Dario, Mauro, Daniele, Fulvio, Edgardo e Roberto, con gli accompagnatori Max e Mara (se volete conoscerli meglio, le loro schede sono sul canale instagram di Stefano Ghidotti, fondatore e presidente di Parkinson&Sport). «È il quarto viaggio in bici della nostra associazione» ci dice Stefano Ghidotti, parlandoci al telefono da Verona dove è in corso il convegno «Sport, l’importanza dell’esercizio fisico nella malattia di Parkinson» della Società italiana Parkinson e disordini del movimento Limpe-Dismov, in collaborazione con la Società Italiana delle Scienze Motorie e Sportive Sismes.
Da sempre sportivo, dopo aver praticato molte discipline, si è innamorato delle attività di endurance con la prima maratona corsa a un mese dal suo 50esimo compleanno, quindi nel 2014, è passato al triathlon. Nel 2017, la diagnosi di Parkinson e da allora, dice, «ho dovuto allenarmi con un nuovo compagno, Mr. Parkinson, che intendo seminare». Stefano invita tutti a imitarlo: «Ho deciso di trasformare un problema in opportunità. Lo sport regala un’euforia incredibile, ma non solo: le attività aerobiche come la corsa, la biciletta e il nuoto, sono dopaminergiche e il Parkinson colpisce proprio i neuroni dopaminergici. Lo sport è la nostra farmacia, sempre aperta, a chilometro zero, senza effetti collaterali». Ci racconta di avere visto molte persone diventare sportive dopo la diagnosi: «Passare del tempo con gli altri, condividere le esperienze, capire di non essere soli e di avere una soluzione a portata di mano, ecco tutto questo fa scattare una molla». Come è capitato a lui: «Quando ho saputo di avere il Parkinson, ho voluto fare di tutto per proteggermi dalla malattia. Come? Dando al mio corpo un addestramento rigoroso per compensare il deficit motorio. Fare sport è la prima e più potente difesa, come emerge anche questo congresso: lo sport non solo può rallentare la progressione e migliorare le condizioni anche quando lo si inizia a praticare a distanza di anni dalla diagnosi, ma può anche portare regressione. Per non parlare della qualità di vita che garantisce la pratica di un’attività sportiva».
Il nome «parkinsonauti» deriva proprio da questa volontà di guardare avanti al futuro, esplorando come astronauti nuove esperienze e nuove strade, invece che restare paralizzati dalla paura o dalla rabbia. Questo emerge chiaramente nel suo video: «Siamo i parkinsonauti, insieme trasformiamo la sfiga in sfida».
«La Malattia di Parkinson è una malattia neurologica che colpisce circa 300.000 solo nel nostro Paese. Purtroppo, le stime ci dicono che questo numero sia destinato ad aumentare in Italia e che nei prossimi 15 anni raggiungeremo circa 6.000 nuovi casi ogni anno, di cui la metà colpiti in età lavorativa» ha detto Antonio Pisani, direttore della neurologia generale presso l’Istituto neurologico Irccs Fondazione Mondino di Pavia, al lavoro al progetto MoveOne, che deve la partecipazione dei parkinsonauti di Parkinson&Sport, lanciato nel 2021 per lo studio degli effetti dell'attività sportiva intensa, moderata e nulla sulla progressione del Parkinson. «Ormai sono numerose le evidenze scientifiche che dimostrano il beneficio dell’attività fisica nella Malattia di Parkinson. L'attività sportiva facilita non solo l’esecuzione dei movimenti, ma promuove anche il benessere psicofisico, rivelandosi benefica per i pazienti, soggetti a difficoltà di movimento, all’isolamento sociale e spesso anche alla depressione».
Al convegno in corso a Verona, dal titolo «Sport, l’importanza dell’esercizio fisico nella malattia di Parkinson», sono state presentate le nuove linee guida su Parkinson e sport. L’attività fisica migliora le funzioni motorie, rallenta la progressione della malattia, migliora le funzioni cognitive e promuove il benessere emotivo, tanto da essere considerata parte integrante del percorso di cura. L'esercizio fisico di tipo aerobico consentirebbe alle persone affette da Parkinson di ottenere benefici per la loro salute, con una ridotta incidenza di malattie cardiovascolari, una minore mortalità e un migliore metabolismo osseo. Sembra, inoltre, che i miglioramenti riscontrati siano maggiori dopo un allenamento ad alta intensità rispetto ad uno ad intensità moderata
Occorre riformulare il glossario dell’attività motoria. Non solo "riabilitazione", ma anche esercizio fisico fino ad una vera e propria attività sportiva, preferibilmente aerobica e con esercizi di allungamento muscolare.
Michele Tinazzi, neurologo presidente Limpe-Dismov
«In questi ultimi 15, 20 anni la gestione della malattia di Parkinson è net tamente migliorata non solo grazie all’introduzione di nuovi farmaci e ad un miglior uso di questi nella fase iniziale, intermedia e avanzata di malattia, ma anche grazie all’associazione precoce dell’esercizio fisico al trattamento farmacologico. Occorre, quindi, riformulare il glossario dell’attività motoria. Non parliamo solo di "riabilitazione motoria", per ripristinare alcune funzioni, come nel caso di instabilità posturale e freezing. Parliamo anche di esercizio fisico fino ad una vera e propria attività sportiva, preferibilmente aerobica e con esercizi di allungamento muscolare. Questa è la strada per migliorare la storia naturale della malattia e la qualità di vita del paziente anche in una fase intermedia e avanzata» ha detto Michele Tinazzi, Presidente Limpe-Dismov e responsabile del Centro Parkinson e disordini del movimento dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Verona.
Il Congresso di Barcellona è anche l’occasione per presentare a livello internazionale “NonChiamatemiMorbo”, mostra fotografica promossa dalla Confederazione Parkinson Italia che in due anni ha raggiunto numeri straordinari, con oltre 40 tappe e più di 12.000 visitatori. «Il progetto, che nasce con l’obiettivo di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia, vanta l’adesione della maggior parte delle associazioni che in Italia si occupano di Malattia di Parkinson» ha detto Giangi Milesi, presidente Confederazione Parkinson Italia.
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