Sostenibilità
Alleanza pro agricoltura contro il boom del cemento
Il paradosso è dietro langolo: che lExpo di Milano del 2015, dedicata al tema dellalimentazione, possa diventare una sciagura proprio per un settore chiave come lagroalimentare.
Il paradosso è dietro l?angolo: che l?Expo di Milano del 2015, dedicata al tema dell?alimentazione, possa diventare una sciagura proprio per un settore chiave come l?agroalimentare. Più che un paradosso, un rischio, che si misura nella scomparsa progressiva delle aree verdi (coltivate e non) attorno al capoluogo e nelle altre province della Lombardia. L?indice del consumo di suolo è pari al 66% nel territorio del Comune di Milano, addirittura il 76% nella zona Nord della provincia e il 62% nel Nord-Ovest.Che questa tendenza subisca un?accelerata da qui al 2015 non è solo una paura da seguaci di Adriano Celentano, nostalgici del verde della via Gluck. È qualcosa di più concreto, vista la pioggia di milioni in arrivo sul territorio. Di talmente concreto da spingere a un?alleanza assolutamente inedita. Per la prima volta le tre sigle del mondo agricolo (Cia, Coldiretti e Confagricoltura) e quasi tutte le sigle dell?ambientalismo (da WWF a Legambiente, da Italia Nostra al Fai) e del mondo dei consumatori (Federconsumatori, Confoconsumatori, Adiconsum, Movimento Consumatori e altri) si sono unite per rivendicare a gran voce «un futuro per l?agricoltura milanese». Come lo definisce Paola Brambilla, presidente del WWF lombardo, «un fronte unitario della società civile che vuole affrontare incisivamente i profondi cambiamenti che incombono sulla città di Milano». Il risultato è un documento, un appello, dal titolo Un futuro per l?agricoltura milanese: «La difesa del territorio dall?assalto del mattone passa dalla tutela dei campi e delle aziende agricole, che non possono finire in una riserva indiana come se non servissero più a nulla», sintetizza Carlo Franciosi, presidente di Coldiretti di Milano e Lodi. E allora: tutelare, rilanciare, rendere strategica la tutela del suolo grazie alle aree protette, ma anche e soprattutto dalla presenza di un?agricoltura sostenibile. Sono molte le opere su cui si appuntano i timori del mondo dell?agricoltura: la Tangenziale Est esterna, la Brebemi, le opere legate all?accesso alla Fiera e la Pedemontana. Il rischio è che gli spazi, già esigui, dell?agricoltura milanese (che pure è la quinta provincia agricola della Lombardia), si riducano ulteriormente. Bisogna correre ai ripari: il tempo e i mezzi ci sono: «Serve una pianificazione urbanistica di buon senso, che tenga conto non solo della loro presenza, ma del valore aggiunto, economico e culturale, che le nostre aziende sono in grado di offrire», dice Franciosi.
Le proposte quindi: in primo luogo sostegno ai Comuni, per favorire scelte di sviluppo diverse, che mettano al centro il paesaggio. Il che significa interrompere il corto circuito che rende conveniente la cementificazione, attraverso l?esca degli oneri di urbanizzazione, che sono spesso un?entrata fondamentale per i Comuni. Una strada potrebbe essere prevedere aiuti economici per le amministrazioni che tutelano il territorio. «Occorre costruire una nuova cultura», conclude Paola Santeramo, presidente della Cia di Milano e Lodi, «che esprima nuove idee urbanistiche che abbiano la volontà e la forza di andare controtendenza».
Da qui si comincia, con questa ?controtendenza?. Con un?alleanza per il territorio tra molte sigle associative, solitamente poco avvezze a unire le forze. E già questo è un importante risultato. Vedremo – e noi di Vita saremo molto attenti – se si tradurrà in un?azione di pressione reale, che sappia consegnare un?Expo in cui anche terzo settore, associazionismo, corpi intermedi abbiano saputo dire la loro con forza.
LECCO COMUNITARIA
Nel segno di Moneta. Per presentare il suo rapporto annuale 2007, la Fondazione comunitaria della provincia di Lecco ha scelto Missaglia, paese brianzolo d?adozione di Ernesto Teodoro Moneta (nella foto), l?unico italiano a vincere il premio Nobel della Pace, nel 1907. Una scelta che sottolinea quanto le missioni proprie della fondazione abbiano a che fare con la costruzione di percorsi di pace e di coesione sociale dentro le comunità locali. La fondazione nel 2007 ha finanziato 100 progetti di utilità sociale ed erogato 2,4 milioni. Oltre un terzo delle erogazioni sono andate al progetto Laser (Centro polifunzionale per anziani non autosufficienti e soggetti temporaneamente non autonomi). Spiega Mario Romano Negri, presidente della fondazione: «Laser è emblematico del nostro ruolo di ?catalizzatore? finanziario del sistema di welfare community». Restano da sottolineare la crescita del 66% delle donazioni (2,1 milioni di euro) e le spese di gestione davvero da record, l?1,1% sulle erogazioni. Appuntamento il 2 maggio a Missaglia.
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