Famiglia

Allattamento al seno, una campagna pro in Lombardia

La Rigione lancia un paino che prevede azioni formative per donne e il divieto alle aziende di fare azioni promozionali con latte omaggio alle puerpere

di Antonietta Nembri

Allattare al seno è decisamente consigliabile, salvo poche eccezioni. La Regione Lombardia lancia un piano di promozione e tutela per sensibilizzare le mamme e tutte le persone che hanno a che fare con le nascite a una scelta consapevole dell’importanza dell’allattamento al seno. Il piano prevede anche azioni formative per le donne in gravidanza e il divieto per le aziende di fare azioni promozionali, fornendo in omaggio alle puerpere prodotti o strumenti per l’allattamento artificialie. “La Regione” ha commentato l’assessore regionale alla Sanità Carlo Borsani, “è impegnata da anni in un progetto dedicato al “Percorso nascita” che vuole seguire la mamma per tutto il periodo necessario e non abbandonar lei e il neonato subito dopo la nascita. Anche il problema dell’allattamento al seno rientra in questo disegno. E’ uno dalle azioni chiave per assicurare un adeguato livello di assistenza sia alla madre che al bambino”. In Lombardia, secondo un’indagine campione dal Centro nazionale di epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità, le madri che allattano al seno sono il 74% al terzo mese, 52 al sesto e 28,1 al nono, con percentuali superiori alla media nazionale. Il 13% delle madri, invece, rientra a casa dopo il parto allattando artificialmente. Il piano è stato redatto dalla Regione in collaborazione con i rappresentanti delle Divisioni di Pediatra della Aziende ospedaliere e delle ASL, dei pediatri di libera scelta, della Scuola di specializzazione dell’Università di Milano e della Sezione italiana dell’Unicef. Il documento affronta ed elenca le poche situazioni nelle quali l’allattamento a seno è controindicato: madri affette da Hiv (per le quali la Regione, attraverso le Asl, fornisce gratuitamente il latte sino al sesto mese di vita del neonato), madri con cancro mammario o che devono assumere farmaci controindicati, bimbi affetto da galattosemia, cioè la non tolleranza del latte. Al di fuori di questi casi, non vi sono altre ragioni, secondo gli esperti, per offrire ai neonati ‘aggiunte’ di latte artificiale nei primi giorni di vita. Il documento della Regione ribadisce poi quanto previsto dal Codice internazionale dell’Oms sulla “Commercializzazione dei succedanei del latte materno” , cioè il divieto imposto alle industrie di fornire in omaggio alle puerpere materiali e prodotti (sostituti o derivati del latte materno, ma anche biberon, ecc.) che possono interferire con l’allattamento al seno. Un’ampia parte del documento è infine dedicata alle azioni di informazione destinate alla popolazione in generale, con la realizzazione di poster e opuscoli da distribuire negli ospedali nelle farmacie, negli studi medici. Un’attività di formazione più specifica è destinata alle donne in gravidanza condotta in primo luogo nell’ambito dei corsi di accompagnamento alla nascita e successivamente durante la degenza post parto. Una particolare attenzione sarà dedicata alle donne che non possono allattare. Altri momenti formativi per le madri sono quelli previsti durante il primo mese di vita del bambino, che rappresenta il momento più critico per il proseguimento dell’allattamento al seno, in occasione della prima visita di controllo (di norma dopo 15 giorni dalla nascita) presso il Punto nascita o presso i pediatri di libera scelta, e nei mesi successivi nell’ambito della rete territoriale dei servizi, dagli studi dei pediatri, agli ambulatori vaccinali, ai consultori pediatrici.


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