Non profit

All’attacco con l’azionariato attivo

Andrea Baranes - Fondazione culturale Responsabilità etica

di Redazione

Nato a Roma il 6 luglio 1972, Andrea Baranes è uno dei più infaticabili e preparati promotori di un altro modo possibile d’intendere il risparmio e la finanza. Laurea in ingegneria chimica, iscritto all’albo dei promotori finanziari, spazia con agilità dalla militanza (è portavoce della Campagna ZeroZeroCinque www.zerozerocinque.it per l’introduzione della Tobin tax) al giornalismo (collabora con Sbilanciamoci.info), alla riflessione teorica (numerosi i volumi pubblicati, fra cui Per qualche dollaro in più. Come la finanza Casinò si sta giocando il pianeta, ed. Datanews). Baranes è al centro di molte delle esperienze nate in Italia su questi argomenti: in particolare l’azionariato critico, che segue da anni per la Fondazione culturale Responsabilità etica (www.fcre.it, del sistema Banca Etica), di cui è presidente.
L’Italia è lontana dall’aver assimiliato l’azionariato attivo come strumento di finanza etica. Come mai?
Nei Paesi anglosassoni i mercati finanziari sono più sviluppati: basti vedere la rete di Iccr – Interfaith center on Corporate responsibility (www.iccr.org, ndr) che raggruppa circa 300 grandi investitori religiosi. La distanza tra noi e loro si sta riducendo, ma molto lentamente. Anche per l’esistenza di modelli diversi: in Italia all’interno dell’impresa sono sempre stati molto forti i sindacati.
Quando l’azionariato attivo riesce a incidere sui comportamenti delle imprese?
È uno strumento che si deve accompagnare ad altri strumenti di pressione. Poi dipende anche da quanto le imprese sono sensibili al rischio reputazionale. È importante però distinguere: l’azionariato attivo è quando si comprano azioni di imprese che hanno già buone performance sociali e ambientali per chiedere loro ulteriori miglioramenti, in un’ottica di lungo periodo; con l’azionariato critico, invece, noi compriamo azioni delle imprese “peggiori” o al centro di critiche da parte di campagne della società civile.
Quali sono le iniziative di azionariato critico della fondazione per il 2012?
Seguiremo le assemblee di Enel ed Eni. Per Enel sottolineeremo la questione dell’impatto sui cambiamenti climatici e il fatto che continua a investire pesantemente nel nucleare, anche se 27 milioni di italiani col referendum hanno detto no. Per Eni uno dei temi principali è l’impatto sul delta del Niger e su questo ci sono iniziative in corso con Amnesty.

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