Sostenibilità
Allarme WWF: l’Europa “in tempesta”
Secondo il nuovo rapporto 'Europa in tempesta', lanciato oggi in tutto il mondo e reso noto dal Wwf, gli inverni particolarmente rigidi sarebbero la diretta conseguenza dei cambiamenti climatici.
di Redazione
Venti forti, tempeste di neve e colonnine di mercurio che segnano temperature al di sotto della media stagionale. Queste le condizioni in cui gli abitanti dell’Europa centrale e settentrionale hanno vissuto l’inverno che si sta per concludere. Un inverno caratterizzato da tempeste di neve e venti incessanti che, secondo il Wwf, potrebbero accelerare il rischio di veder spazzate via intere aree centro-settentrionali del Vecchio Continente entro la fine del secolo. Secondo il nuovo rapporto ‘Europa in tempesta’, lanciato oggi in tutto il mondo e reso noto dal Wwf, gli inverni particolarmente estremi costituirebbero, infatti, la diretta conseguenza dei cambiamenti climatici.
A provocare l’inquinamento globale da gas serra, a monte delle variazioni di clima e dei fenomeni meteorologici estremi, il settore energetico e quello dei trasporti, principali imputati di questo ‘disastro climatico’. Basti pensare – ricorda l’associazione ambientalista – che dal settore energetico mondiale dipende il 37% delle emissioni di Co2 prodotte dall’uomo e dovute principalmente ai combustibili fossili tra cui il carbone. Una possibile inversione di tendenza potrebbe arrivare – precisa il Wwf – solo dalla drastica riduzione delle Co2, già avviata dalla prima fase del protocollo di Kyoto e potrebbe accentuarsi con l’approvazione di un negoziato per la riduzione delle emissioni di almeno il 50%.
La ‘maglia nera’, secondo quanto emerge dal rapporto, spetta a Gran Bretagna, Olanda e Francia. In particolare la Gran Bretagna potrebbe registrare entro la fine del secolo un incremento delle tempeste invernali del 25% con una velocità massima dei venti dell’8-16% ad un costo elevatissimo in termini finanziari. In Olanda, invece, la velocità massima dei venti potrebbe aumentare del 2-15% con un incremento che secondo gli esperti potrebbe attestarsi al +6% per un costo complessivo di 100 milioni di euro e danni di 5 volte maggiori rispetto ad oggi. La Francia potrebbe riportare un aumento delle tempeste fino al 10-20%, con una concentrazione del fenomeno soprattutto nelle zone settentrionali dove la velocità dei venti aumenterebbe del 16%.
Una proposta per adottare misure immediate ed efficaci arriva dal direttore del programma globale cambiamenti climatici, Jennifer Morgan che precisa: “L’inquinamento climatico va fermato per proteggere gli esseri umani ed i beni da tempeste sempre più devastanti per non rischiare di essere spazzati via”. Il rapporto ‘Europa in tempesta’ è successivo ad un altro studio sui cambiamenti climatici condotto l’estate scorsa – come ricorda Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia. “In paradiso bollente, questo il nome del rapporto – spiega Bologna – abbiamo illustrato gli scenari probabili derivanti dall’aumento della temperatura globale di 2 gradi rispetto all’epoca preindustriale, con estati torride nel bacino del Mediterraneo, aumento dell’intensità delle precipitazioni e della loro concentrazione nel tempo, con conseguenti frane e alluvioni”.
I due rapporti apparentemente antitetici, come precisa il direttore scientifico del Wwf, sono in realtà “due facce della stessa medaglia derivanti entrambe dall’inquinamento globale da gas serra che tende ad ‘estremizzare’ gli eventi atmosferici”. In questi giorni – sottolinea l’associazione ambientalista – un primo passo è arrivato dall’Unione Europea che ha provveduto ad istituire una task force che lavorerà sui temi di energia, industria e ambiente congiuntamente. “E’ un’opportunità – commenta Bologna – per tentare un’armonizzazione tra campi così diversi e spesso in competizione”. Spetta, quindi, ai governi – conclude il Wwf – adottare provvedimenti efficaci per limitare un fenomeno che altrimenti rischierebbe di spazzare ‘via col vento’, per citare una celebre pellicola del secolo scorso, un’Europa ‘succube’ dei cambiamenti climatici.
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