Sostenibilità

Allarme WWF: le spadare fuorilegge fanno strage di delfini

Il 19 luglio a Sorrento, per la prima volta in Italia, si aprirà la riunione della Commissione Baleniera Internazionale. E l'Italia si presenta con la "maglia nera"...

di Benedetta Verrini

Il Wwf chiede, in un comunicato, l’immediato ritiro dai pescherecci italiani di tutte le spadare ancora oggi a bordo.
 
Le micidiali reti vengono ancora utilizzate in Italia, nonostante i divieti dell?Unione Europea che dal 2002 le ha bandite per il loro forte impatto sulle specie sempre più rare e protette come cetacei, tartarughe marine e squali . Pescherecci siciliani e calabresi, secondo il Wwf, continuano a calare illegalmente le spadare, provocando la morte di decine di stenelle, delfini, tursiopi, capodogli.
“Dietro a questa attività illegale si nasconde una vera e propria truffa ai danni dello Stato che ha stanziato 5 milioni di euro nel luglio 2002 per completare il piano di riconversione della flotta italiana mettendo così in completa illegalità le micidiali reti derivanti chiamate spadare” spiega l’organizzazione.

?Le importanti indagini e i sequestri effettuati dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Catania, riportati oggi da un noto quotidiano nazionale, hanno dato finalmente una svolta alle continue denunce più volte fatte dal WWF rispetto alla presenza e all?uso delle spadare in Italia – ha dichiarato Massimiliano Rocco, responsabile Specie e Traffic del WWF Italia – Se il Governo non stronca immediatamente con fermezza questa pratica illegale, che rappresenta una vera e propria truffa e un danno gravissimo alla fauna marina protetta, l?Italia si presenterà con un pessimo biglietto da visita all?incontro annuale dell?IWC, la Commissione Baleniera Internazionale, che si prepara ad ospitare, per la prima volta nel nostro paese, a Sorrento dal 19 al 23 luglio?.

Sebbene nel Mediterraneo non esista una vera e propria caccia alle balene, i cetacei, come balenottere, capodogli, delfini e stenelle, ma anche altre specie rare come squali, razze e tartarughe marine, continuano ad essere vittime frequenti delle reti derivanti.

Il WWF stima che sono oltre 300.000 i cetacei che ogni anno finiscono uccisi nelle reti di tutto il mondo. Solo in Calabria il WWF in queste ultime settimane ha raccolto oltre 15 stenelle spiaggiate con le pinne amputate ed evidenti tracce lasciate dalle reti sul corpo, segno che al largo si continuano ad usare sistemi di pesca assolutamente non selettivi.
Dai dati raccolti dal WWF emergono alcune zone ?calde? per questo metodo di pesca: Sicilia (isole Eolie, il catanese), Sardegna sud occidentale (Calasetta e isola S. Antioco) basso Lazio (Isole pontine), Calabria (Bagnara). Le barche che vanno a pescare in Sardegna provengono per la maggior parte dalla Calabria e dalla Sicilia.

Il WWF chiede che il Governo stringa le maglie attorno ai bracconieri del mare con il ritiro immediato delle spadare ancora oggi a bordo dei pescherecci italiani e l?impiego massiccio sul campo di tutte le forze di polizia (Capitanerie di Porto, Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia di Stato e Corpo Forestale) per stroncare questa illegalità diffusa e dare un segno tangibile del controllo per la salvaguardia del nostro ambiente.

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