Volontariato

Allarme Protezione civile

Il Capo dipartimento Franco Gabrielli: «l'ente come il Titanic. Le riforme ci affondano»

di Redazione

LUCCA – “Il Milleproroghe, nel più assoluto silenzio, ha messo mano alla legge 225 del 92 con riforme che, così come sono, affonderanno la Protezione civile come il Titanic”. Il Capo dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli, a Villaggio Solidale attacca così quel provvedimento contenuto nel Milleproroghe che, a suo dire, renderebbe la Protezione civile italiana la “ex protezione civile migliore del mondo”.

Il Capo dipartimento, partecipando alla giornata di chiusura del salone italiano del volontariato iniziato a Lucca giovedì scorso, si è rivolto ai volontari mostrando fermezza e preoccupazione. Secondo Gabrielli, se passasse il maxiemendamento così com’è stato concepito, il sistema di intervento sarebbe condizionato al parere del Ministero dell’economia, chiamato a esprimere un parere su ogni singola ordinanza del dipartimento di Protezione civile.

“È vero che si deve tornare a mettere ordine, specie dopo aver usato le ordinanze per scopi non propri”, ha ammesso Gabrielli. “Ma si lasci il core business. Per funzionare, l’attivazione della Protezione civile ha bisogno di una tempistica non maggiore di 36 ore. Mi hanno risposto che una catastrofe di venerdì avrebbe portato le 36 ore nella domenica, a uffici chiusi”. Però, osserva l’ex prefetto, “non si tocca l’articolo 5 bis comma 5 della legge 401 del 2001 che estende la possibilità di utilizzare le ordinanze di protezione protezione civile ai grandi eventi.

Prossimamente, dunque, avremo un Presidente del Consiglio con la responsabilità di tutti gli interventi ma senza il potere di intervenire, lasciato in mano a burocrati che nulla hanno a che spartire con un mondo di cui non si sono mai occupati”. Prossimamente, dunque, avremo un Presidente del Consiglio con la responsabilità di tutti gli interventi ma senza il potere di intervenire, lasciato in mano a burocrati che nulla hanno a che spartire con un mondo di cui non si sono mai occupati”.

Gabrielli, seduto accanto al presidente del Cnv Giuseppe Zamberletti, ex ministro e padre della protezione civile moderna, a Villaggio Solidale ha parlato anche della ripartizione delle risorse “che ormai avviene a livello politico e non più tecnico”. L’ultima speranza per la Protezione civile, dunque, sembra essere affidata alla lettura finale del decreto alla Camera. “Perciò mi sono limitato a fare il mio dovere”, prosegue Gabrielli, che nel frattempo ha scritto al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al ministro Tremonti e al Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani.

“L’ho fatto – dice – per impedire tutto questo. Non solo il Ministero dell’economia avrà accesso anche ai fondi regionali, con buona pace del federalismo. Ma gli atti di tutti i commissari dovranno ricevere il visto preventivo della Corte dei conti, cui si danno 37 giorni per dare il suddetto parere. Immaginate, con gli attuali 70 stati emergenziali e il sovraccarico della Corte, cosa questo voglia dire…”. Gabrielli ha poi invitato tutti a una riflessione: “Aspetteremo la prossima catastrofe per assistere a un nuovo decreto che ridia alla Protezione civile quei poteri che ora ci tolgono. E in questo modo l’Italia rincorrerà sempre l’emergenza. Allora ha ancora senso parlare di volontariato se viene scardinato uno dei sistemi principali della tenuta del Paese?”.

L’appello di Gabrielli è stato raccolto è condiviso dal presidente del Cnv, Giuseppe Zamberletti. “L’allarme lanciato da Gabrielli è molto importante”, dice l’ex ministro. “E’ indispensabile limitare il ruolo della Protezione civile al suo ruolo originario: quello della previsione, prevenzione e interventi per l’emergenza. Sarebbe ora estremamente pericoloso, come previsto dal Milleproroghe, ridurre l’agilità dei poteri della Protezione civile, che per altro sono in campo al Presidente del Consiglio, con procedure che renderebbero impossibile la tempestività degli interventi e la loro capacità di essere incisivi”. La soluzione, per Zamberletti, è “stralciare quell’articolo del Milleproproghe”. Il padre della protezione civile, come Gabrielli, è convinto che “di fronte alla prima emergenza, Governo e Parlamento saranno indispensabilmente portati a reintrodurre poteri e possibilità di azioni che in questo momento la Protezione civile perderebbe a seguito dell’approvazione, così com’è, della previsione contenuta nel Milleproroghe”.


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