Cultura

Allarme per farmaci in polli e uova inglesi

Un'associazione per l'agricoltura biologica denuncia la presenza di residui farmacologici nei prodotti degli allevamenti avicoli. Il ministero smentisce

di Giampaolo Cerri

Dopo Mucca pazza e afta, sulla zootecnia britannica (e sui consumatori) sembra poter abbattersi un’altra emergenza quella avicola.
Un pollo su cinque e un uovo su dieci infatti contengono in Gran Bretagna tracce di medicinali che nell’uomo possono aumentare il rischio di cancro, di deformazioni fetali e di infarto. L’allarme giunge da un’associazione indipendente che promuove colture e allevamenti biologici. Secondo il rapporto della Soil Association, i livelli di farmaci nei prodotti in vendita al pubblico sono molto più alti di quanto il governo abbia sinora lasciato pensare. Il direttore della ricerca Richard Young ha sottolineato che “grazie ai dati ufficiali il consumatore pensa di mangiare carni e uova prive di residui di medicinali, e invece non è vero”.
Il rapporto è stato presentato al ministero dell’ Agricoltura, che si pronuncerà solo dopo averlo letto attentamente. Un portavoce si è limitato a precisare che “il governo non ha mai cercato di nascondere la verità” e che “i rilevamenti tossici della Soil Association sono comunque al di sotto del limite di sicurezza dell’organizzazione mondiale per la sanità”. Le sostanze denunciate dall’associazione provengono da antibiotici usati per debellare infezioni animali o per accelerare la crescita dei capi. Non vengono usate sugli esseri umani perché sono considerate eccessivamente pericolose.
Il ministero ha sottolineato che una sua agenzia ogni anno preleva 37.000 campioni dei quali, nel 2.000, il 99.5% è risultato privo di residui farmacologici.

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