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Allarme per detenuti evasi: «Controllano la città»
L'appello di un ufficiali della polizia di Port-au-Prince
Un appello contro le razzie dei criminali evasi dalle carceri è stato lanciato dalla polizia di Port-au-Prince, la capitale di Haiti. Il carcere della città è crollato in seguito alle scosse di terremoto e tutti i criminali che sono sopravvissuti (circa 5000) si sono riversati nelle strade, facendo perdere le loro tracce e a volte unendosi alle bande armate già presenti sul territorio.
L’ispettore Aristide Rosemont, intervistato dalla Bbc nella baraccopoli di Cite Soleil, ha dichiarato che numerose gang di criminali stanno saccheggiando gli edifici crollati e anche le baracche, devastando tutto ciò che incontrano sul loro cammino. Per motivi di sicurezza, aggiunge la Bbc, è stata perfino rallentata la distribuzione di aiuti in alcuni quartieri della città. Tuttavia, contrariamente ai timori della polizia, gli ufficiali Onu rassicurano: secondo loro gli episodi di violenza sarebbero «sporadici» e si inserirebbero in un panorama di sostanziale tranquillità. Alle loro parole hanno fatto eco quelle di Bill Clinton, l’ex presidente ora inviato speciale Usa per Haiti, per cui «la gente di Haiti si sta comportando bene» se si considerano le circostanze terribili in cui è costretta a vivere. L’ambasciatore americano a Port-au-Prince, Kenneth Merten, ha aggiunto che «il mondo deve sapere che la stragrande maggioranza degli haitiani è pacifica».
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