Famiglia

Allarme Pam: pochi donatori, a rischio 2,2 mln di rifugiati

Oggi il Pam ha avvertito che le sue operazioni a sostegno di 2,2 milioni di rifugiati ricevono sempre meno fondi, creando difficoltà e sofferenze a centinaia di migliaia di persone

di Paolo Manzo

Oggi il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite ha avvertito che le sue operazioni a sostegno di 2,2 milioni di rifugiati ricevono sempre meno fondi, creando difficoltà e sofferenze a centinaia di migliaia di persone. Il PAM è già stato obbligato a ridurre le razioni alimentari per i rifugiati in Africa. Senza nuovi contributi, l’Organizzazione sarà costretta a ricorrere a ulteriori tagli. Anche il rimpatrio di rifugiati in alcune parti del mondo è seriamente minacciato dalla mancanza di risorse. Attualmente il PAM necessita di 315 milioni di dollari per far fronte ai bisogni di 2,2 milioni di rifugiati che vivono nei campi. La sola Africa ha bisogno del 75 per cento di questa somma. ?I rifugiati sono tra i beneficiari più vulnerabili del PAM e sono stati duramente colpiti dai tagli”, ha detto il Vicedirettore Esecutivo del PAM John Powell a Ginevra per discutere di finanziamenti con appresentanti dell’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite (ACNUR). Il PAM assiste rifugiati e sfollati in collaborazione con ACNUR attraverso 25 operazioni nel mondo. “Per molti rifugiati la sopravvivenza dipende quasi esclusivamente dall’aiuto alimentare”, ha detto Powell. “Sono spesso confinati in campi dove la terra arabile, se è disponibile, è scarsa e le opportunità di lavoro sono limitate”. Questo mese il PAM ha cominciato a ridurre le razioni ai rifugiati in Sierra Leone dopo una campagna di sensibilizzazione nei campi per garantire che questi tagli siano introdotti con gradualità. Ci sono stati tagli anche nelle razioni alimentari dei rifugiati in Guinea e Liberia, perché l’appello del PAM di 93,5 milioni di dollari per i rifugiati dell’Africa occidentale è stato finanziato, per ora, solo al 40 per cento. Per rispondere ai bisogni primari dei rifugiati in Sierra Leone e Guinea, il PAM non ha avuto altra scelta che abolire i programmi di ‘cibo in cambio di lavoro’ e di ‘cibo in cambio di formazione professionale’ rivolti alle popolazioni locali. Persino i programmi di alimentazione scolastica per i locali e i rifugiati hanno dovuto essere tagliati. Entro poche settimane, il PAM non avrà più cibo per i rifugiati sudanesi e i 3000 rifugiati congolesi da poco arrivati in Uganda dopo gli scontri tra fazioni nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. Questi tagli colpiranno complessivamente 1,4 milioni di persone, compresi gli sfollati, i rifugiati e altri soggetti vulnerabili. “La riduzione delle razioni di cibo per i rifugiati ha numerosi effetti negativi: deteriorarmento della salute, alimentazione inadeguata, aumento della criminalità e della violenza all’interno del paese, mentre i rifugiati sono spinti a ricercare un lavoro illegale al di fuori dei campi per integrare la loro dieta” ha detto Powell. In Tanzania, un’indagine nutrizionale condotta alla fine dello scorso anno ha evidenziato che il 37 per cento dei bambini al di sotto dei cinque anni era cronicamente malnitrito e che il 23,4 per cento dei 400.000 rifugiati del paese era sottopeso, dopo che il PAM, nel settembre 2004, era stato costretto a ridurre le razioni da 2.100 calorie standard a persona a 1.629 calorie. Con l’arrivo della stagione delle piogge, il PAM deve far giungere a destinazione cibo per 200.000 rifugiati sudanesi in Chad e per 60.000 eritrei rifugiati in Sudan. Molti campi non saranno raggiungibili via terra da luglio a ottobre a causa delle piogge. Anche i progetti di rimpatrio sono minacciati. Oltre 30.000 rifugiati angolani in Zambia hanno manifestato la loro intenzione di ritornare a casa ma molti potrebbero preferire rimanere nei campi per paura di non ricevere quel sostegno di cui hanno bisogno nel loro paese d’origine per cominciare una nuova vita. Manca ancora il 41 per cento di finanziamenti all’appello del PAM di 83,5 milioni di dollari destinato al rimpatrio e alla sistemazione dei rifugiati e degli sfollati in Angola. Anche al di fuori dell’Africa le operazioni del PAM per i rifugiati sono drammaticamente a corto di finanziamenti. In Bangladesh il PAM è la sola Agenzia a fornire cibo ai 22.000 rifugiati da Myanmar e, se non ci saranno presto nuovi contributi, quest’estate dovrà tagliare le razioni. Circa 100.000 rifugiati bhutanesi in Nepal, che hanno ormai esaurito ogni possibilità di autosostentamento, dovranno affrontare i tagli alimentari se i donatori non verranno in loro aiuto rapidamente. In Ecuador, il PAM non ha ricevuto nessun contributo al suo appello di un milione di dollari per i 6.300 rifugiati colombiani che hanno oltrepassato il confine per scappare ai combattimenti tra le fazioni ribelli rivali. Il PAM è la più grande agenzia umanitaria del mondo. Ogni anno, facciamo fronte ai bisogni nutrizionali dei più poveri, sfamando una media di 90 milioni di persone, inclusi 56 milioni di bambini affamati, in almeno 80 paesi poverissimi del pianeta. PAM: sfamiamo chi ha fame. La Campagna Mondiale per l’Educazione Scolastica. Con soli 15 centesimi di euro al giorno, si può aiutare il PAM a fornire ai bambini dei paesi poveri un pasto sano a scuola ? un segno di speranza per un futuro migliore. Sito Internet: www.wfp.org/italiawww.wfp.org/italia


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