Famiglia

Allarme errori in ospedale: i bambini le prime vittime

È stato calcolato che ogni 17 medicazioni o cure prescritte per i bambini negli ospedali, una è errata

di Gabriella Meroni

In uno studio, recentemente pubblicato sul Journal of the American Medical Association e condotto da Rainu Kaushal dell’Harvard Medical School di Boston, è stato calcolato che, ogni 17 medicazioni o cure prescritte per i bambini negli ospedali, una è errata. Molti di questi errori sono causati da uno scorretto dosaggio o dall’uso di un farmaco inappropriato. Fortunatamente, però, la maggior parte è scongiurata prima che ad un bambino venga somministrato un dosaggio pericoloso o un farmaco non idoneo. Lo studio dimostra che il tasso di errori è tre volte superiore nei bambini, rispetto agli adulti. Il gruppo di ricercatori ha osservato 10778 prescrizioni ed ha trovato che 616, cioè il 6%, erano errate. L’1% delle prescrizioni totali era potenzialmente in grado di causare danni seri al paziente. Solo in 26 casi c’è stata una reazione avversa alle cure farmacologiche prescritte, come rush, diarrea o difficoltà nella respirazione. Di questi, 5 casi potevano essere evitati, perchè facilmente preventivabili. Una parte del problema, secondo Kaushal, è dovuta al fatto che le informazioni sul dosaggio dei farmaci sono tutte relative agli adulti, per cui, i dosaggi devono essere ricalcolati per i bambini. Si è visto che il tasso più alto di errori potenzialmente pericolosi è tra i neonati nelle unità di terapia intensiva. E’, infatti, sicuramente difficile per i medici calcolare i dosaggi opportuni per bambini così piccoli, e questi ultimi sono particolarmente vulnerabili se viene commesso un errore. Il problema più comune è, quindi, l’errore nel dosaggio. Per prevenire tale errore, i ricercatori consigliano di utilizzare negli ospedali un sistema computerizzato per le prescrizioni mediche. Questo sistema avrebbe potuto scongiurare il 94% degli eventi avversi. Inoltre è necessario stimolare l’interesse dei genitori a chiedere informazioni ai medici sulle cure prescritte ai figli, sulle dosi ed i tempi di somministrazione. I bambini piccoli non sono in grado di comunicare ciò che sentono con le parole e, quindi, non possono spiegare se stanno avvertendo un evento avverso. I genitori sono le persone più in grado di riconoscere se in un figlio si stia manifestando una reazione avversa. Nell’interesse dei bambini è necessario, quindi, che si crei una collaborazione tra medici e genitori.


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