Cultura

All’Ariston sul palco sarà di scena la speranza

Stasera inizia la kermesse canora per eccellenza. Tra le tante proposte in scaletta nella prima edizione di Claudio Baglioni in particolare ci sarà il brano “Il coraggio di ogni giorno” del compositore napoletano Enzo Avitabile. «Racconta come anche nelle esistenze comuni ci sia una straordinarietà. È un inno alla vita che ho immaginato alle Vele di Scampia, è un canto di speranza», sottolinea l'autore

di Lorenzo Maria Alvaro

Sarà il suo primo Sanremo. Nonostante Enzo Avitabile abbia collaborato con gente come James Brown, Tina Turner, Maceo Parker, Marcus Miller, Richie Havens, Randy Crawford, Afrika Bambaataa, Edoardo Bennato e Pino Daniele fino ad oggi nessuno era mai riuscito a portarlo sul palco dell'Ariston.

«Avevo ricevuto un invito nei primi anni ’80 mi rifiutai e forse per questo non sono più stato chiamato», spiega, «oggi ho deciso di accettare per Claudio Baglioni. La sua formula tutela l’artista e la creatività. Abolendo l’eliminazione si è rimessa al centro la musica. È un festival che mi dà la possibilità diffondere il mio messaggio fatto di suono e parole senza alcuna costrizione, in piena libertà. Potrò apparire per come sono».


La canzone che Avitabile porterà in gara insieme al cantante degli Avion Travel, scritta con Pacifico e con Peppe Servillo, si chiama “Il coraggio di ogni giorno”. «È un omaggio agli uomini di tutti i giorni, i nessuno che si svegliano la mattina e affrontano i problemi quotidiani. Anche nelle esistenze comuni c’è una straordinarietà. È un inno alla vita che ho immaginato alle Vele di Scampia, è un canto di speranza, è un mantra», spiega.

Oltre che alla collaborazione del cantante degli Avion Travel, che per Avitabile «non sarà un duetto ma un dialogo», l'artista porterà con se anche il musicista della Mauritania Daby Touré «perché questa è una canone ecumenica, esprime l’amore per le differenze».

Dopo il Festival inizierà il tour, e anche qui Avitabile va contro corrente: «Di solito chi fa Sanremo diventa più visibile, aumenta il cachet, fa poche date selezionate. È una logica che non mi piace. Io voglio diffondere in modo capillare la mia musica. È importante andare ovunque. È un processo di evangelizzazione dei piccoli centri, di musicalizzazione dei territori».

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