Non profit
Alla Gelmini non far sapere chi era il pedagogo giapponese
Dopo il caso della scuola Pisacane. O Makiguchi?
Chi era il semisconosciuto educatore cui una preside di Roma voleva intitolare un istituto frequentato quasi solo da stranieri?
Un pacifista che credeva
nel potenziale dei bambini. Ma anche l’ispiratore della controversa Soka Gakkai
«Eran trecento, eran giovani e forti?» e si sa come andò a finire. Sono quasi trecento (270 per la precisione), sono giovani e forti e sicuramente avranno miglior sorte dei compagni di Carlo Pisacane gli alunni della scuola primaria romana intitolata all’eroe risorgimentale della spedizione di Sapri, che ha “rischiato” nei giorni scorsi di cambiare nome: non più Pisacane ma Tsunesaburo Makiguchi, pedagogista giapponese sconosciuto ai più. Per la preside, visto che il 90% degli alunni della Pisacane è straniero, è inopportuno proporre loro come modello un patriota italiano. Opinabile, certo. Ma chi era Makiguchi?
Maestro elementare, nato nel 1871, si propose di riformare il modello di educazione del Giappone e, a causa della sua opposizione al nazionalismo e militarismo, alla vigilia della seconda Guerra mondiale venne messo in carcere, dove morì di stenti nel 1944. La pedagogia di Makiguchi, spesso accostata a quella di Maria Montessori, si basa sull’idea che la felicità sia lo scopo dell’educazione e che occorra plasmare verso il bene le menti degli allievi accendendo in essi il desiderio di imparare, senza costrizioni ma favorendo la creatività e mettendo in relazione il sapere con la vita quotidiana. «Makiguchi elimina il dualismo fra felicità e conoscenza, piacere e dovere», spiega Cristiano Martorella dell’Associazione italiana per gli studi giapponesi. «Per lui un individuo consapevole è capace di agire moralmente senza avvertire le regole come peso». Teorie che all’estero sono diffuse da oltre quarant’anni, soprattutto dopo che un seguace di Makiguchi, Daisaku Ikeda, 81 anni, ha fondato la Soka Gakkai, movimento globale di ispirazione buddista che conta 12 milioni di seguaci e gestisce 11 scuole e università in Giappone, Stati Uniti, Malesia, Singapore e Hong Kong. E in Italia? Per ora c’è un asilo nido di Costa Volpino (Bergamo), I cuccioli di leone, la cui responsabile Anna Marcobelli dichiara di ispirarsi alla pedagogia di Makiguchi «perché lascia il bambino libero di esprimere il proprio potenziale».
Il progetto della Pisacane è naufragato dopo le polemiche e lo scetticismo del ministro Gelmini. Quanto alla Soka Gakkai, il cui obiettivo dichiarato è «far conoscere e diffondere i principi universali di benevolenza e compassione verso tutti gli esseri viventi», è oggetto di diverse accuse di plagio da parte di ex aderenti e figura nell’elenco delle sette del ministero dell’Interno. Ma il povero Makiguchi, con questo, non c’entra.
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