Non profit

Alitalia, l’ora X

Cosa ne sarà della compagnia di bandiera? Le previsioni dei quotidiani di oggi

di Franco Bomprezzi

Ore decisive per Cai, la Compagnia Aerea Italiana, stando all’ultimatum di Colaninno alle organizzazioni sindacali. Se davvero sarà così sapremo nel pomeriggio quali sono le sorti di Alitalia e dei dipendenti della compagnia di bandiera. E’ interessante perciò leggere che cosa scrivono oggi i giornali, dopo una giornata convulsa e incerta.

 


“Alitalia, ultimatum di Colaninno”. Titola il Corriere della Sera. La Cai vuole una risposta entro oggi: «Sì o ritiro l’offerta». Cisl, Uil e Ugl ci stanno. La Cgil prende tempo. L’ora “x” è fissata oggi alle 16. Rimane irrisolto il nodo dei piloti di Anpac e Up, che già oggi potrebbero effettuare una forma di protesta non passibile di precettazione: bloccare gli aerei al decollo per motivi tecnici. Via Solferino è comunque ottimista: “Verso l’accordo” titola l’infografica che spiega che il punto di equilibrio potrebbe trovarsi intorno a questi tre punti: 1) il contratto di riferimento per i dipendenti
della nuova Alitalia non sarà più quello proposto dalla Cai, ma quello applicato da Air One. 2) I salari saranno agganciati alla produttività. Gli assistenti di volo perdono il 6% dello stipendio, ma possono recuperare con gli straordinari. 3) Il nuovo contratto prevede il recupero della quattordicesima mensilità che era stata eliminata in precedenza dalla Cai. Nel “retroscena” il Corriere dà conto del tifo di D’Alema per una soluzione positiva della vertenza. Lui infatti al contrario di Prodi e Padoa Schioppa avrebbe sempre sostenuto l’opzione Air One. La palla è dunque nella mani di Epifani, che ha affidato la mediazione con le categorie all’ex leader della Filt, Fabrizio Solari.


La Repubblica dedica il primo titolo alla crisi della compagnia: “Ultimatum su Alitalia, Cgil e piloti in trincea”. Tre pagine di cronaca. Lucio Cillis dà conto dell’ultimatum e delle ultime offerte di Colaninno (dividendo fino al 7% ai lavoratori) e delle reazioni dei sindacati. Che sono divisi. In taglio basso l’intervista al ministro Sacconi: “Epifani dimostri la sua autonomia l’alternativa all’intesa è il disastro”: «Cai, l’unica società che si offre di dar vita a una nuova compagnia di bandiera, chiede la partecipazione dei lavoratori. Offre un collegamento fra salari e utili al netto delle tasse e il coinvolgimento dei dipendenti in una parte del risultato d’impresa». Roberto Mania si dedica al retroscena: “Berlusconi teme il blocco dei voli «Dobbiamo trovare un piano B»”. «Nella maggioranza si confrontano almeno due linee: da una parte chi pensa che si debba salvaguardare la pace sociale (tra questi probabilmente pure il premier) e impedire che il fallimento del negoziato si ripercuota anche sul governo; dall’altra chi pensa… Di cavalcare il fallimento e scaricare addosso alla Cgil e ai piloti la responsabilità» (aprendo così una fase thatcheriana). La via d’uscita per Epifani, scrive Mania, potrebbe essere una lettera a Colaninno, in cui confermare l’adesione al piano industriale ma dichiara di non poter firmare l’accordo per ragioni di merito e di metodo…
La terza pagina è dedicata ai lavoratori: “Prove di ‘aquila selvaggia’ a Fiumicino (ovvero proteste degli aderenti al Cub, Confederazione unitaria di base, che promuovono blocchi lampo e cortei, con le hostess mamme che sfilano con le carrozzine). In basso, analisi della bozza del contratto aziendale: “Paghe tagliate del 6-7% se non si lavora di più meno riposi e tutti al lavoro con l’auto propria”.


il manifesto a pag. 4 ha un pezzo di Francesco Piccioni che mette in luce la voglia di abbandono di Roberto Colaninno. Aspetto messo in luce sin dal titolo in prima (Furbojet, con foto di Colaninno in Vespa…). Secondo Piccioni Colaninno sta “cercando una via onorevole per il ritiro. Berlusconi e Sacconi gliel’hanno preparata per una settimana, con una gestione della trattativa (mai iniziata) chiaramente indirizzata a trovare un colpevole del fallimento da indicare al popolo. Sindacati e sinistra, ovviamente, anche se tra le sigle del fronte del no spiccano Anpac e Up, sindacati dei piloti da sempre molto vicini ad Alleanza Nazionale”.


Anche Avvenire a pag. 8 parla dell’ultimatum di Colaninno e fa la cronaca di una giornata convulsa. In un box racconta il caso greco, dove l’Olympic è l’Alitalia locale, con 400 milioni di perdite al giorno. Anche lì la strada è la privatizzazione: il vettore e l’azienda controllata che si occupa dei servizi di terra venderanno ai privati alcune attività con un processo che dovrà condurre, entro il 31 dicembre 2009, alla creazione di una nuova società, completamente privata e di dimensioni più piccole di quelle attuali. Nessuno degli 8mila dipendenti perderà il posto. Il resto dell’azienda sarà liquidato.


La Stampa concentra il servizio di Alitalia sul segretario della Cgil, dedicando un focus a Gugliemo Epifani (“La solitudine di una enorme responsabilità”). «La sorte di Alitalia dipende dalla Cgil» è l’apertura del pezzo che racconta i retroscena di questi ultimi giorni e ore, «la risposta di Epifani farà pendere l’ago della bilancia. Un no determinerà salvo miracoli il ritiro della cordata tricolore». Ma le cose non sono così semplici, si deduce procedendo nella lettura del pezzo, che da conto della distanza fra i tre sindacati ufficiali, da una parte, e Cub (Confederazione unitaria di base, che in quattro ore di protesta ha ottenuto la cancellazione di un centinaio di voli) dall’altra, anche rispetto all’ultima proposta di Colaninno (il 7 per cento dell’utile netto futuro, se mai ci sarà, verrà riservato ai lavoratori). Una frammentazione di cui Epifani è consapevole: «Senza il consenso dei nostri, dell’Anpac e almeno una parte degli autonomi rischiamo di finire nel caos. Il nostro assenso a quel punto sarebbe inutile» ha confidato ieri a un ex collega secondo La Stampa. Da New York Maurizio Molinari intervista Mike Boyd, presidente di Boyd Group, che ha aiutato Continental a risollevarsi e ora sta assistendo UsAirways. Il suo giudizio è netto: l’Alitalia va lasciata morire e sostituita da una compagnia più snella, solida e di qualità – dice in sintesi – Solo in questo modo si può ripartire e pianificare l’aumento delle attività nel medio e lungo termine, e in questa pianificazione i sindacati dovrebbero avere un ruolo costruttivo. Il problema è che in Europa, secondo Boyd, ci sono leggi sulla bancarotta che non consentono soluzioni tempestive e «sindacati rimasti indietro di qualche generazione rispetto all’economia di oggi».


E inoltre sui quotidiani di oggi:

Allarme finanza
Il Sole 24 Ore – Oggi un altro titolo-catastrofe: Salva Aig (grazie alla Fed, ndr), tremano Morgan e Goldman (non proprio le ultime due banche al mondo). Ironia involontaria, proprio a pagina 3 spicca un grande piede pubblicitario della Barclays che recita: scegli il 5% netto (inteso come tasso di interesse, ovviamente): e uno si chiede: ma come fa a garantire il 5% con questa bufera? Misteri della finanza… A pag. 6, situazione italiana: Tremonti pessimista, «la crisi può aggravarsi». E il Sole nota: mette le mani avanti perché sa di non poter mantenere le promesse di riduzione delle tasse sbandierate in campagna elettorale. Infine si allunga l’elenco delle polizze italiane garantite (in parti variabili) da Lehman: Bcc Vita, Unipol, Cba Vita (Banca Sella).

Corriere della Sera – Sull’allarme economia, parla in un’intervista a pag 8 il ministro Tremonti: se ne esce solo con il ritorno al pubblico: «Servono nuove regole, politiche keynesiane e una morale del lavoro» E ancora: «è la fine di un mondo drogato, truccato, tarato dalla folle vertigine finanziaria».

Consumatori
Il Sole 24 Ore – La notizia è l’affossamento del Farmers market di via Ripamonti a Milano: spietati cronisti del Sole sono andati ieri mattina a rilevare i prezzi dei banchetti del mercatino diretto e quelli delle vicina Esselunga e Coop: risultato? Pochissima differenza, anzi in alcuni casi – come il latte! – si risparmia al supermercato. In altri casi, i prodotti a km zero non sono tali, come nel caso di un olio extravergine dop venduto ieri, che sarà anche ottimo ma veniva dall’Umbria, e dei vini, che venivano da Piacenza. Ma non è finita: il Sole registra anche le proteste dei pensionati, che erano venuti per risparmiare e invece hanno fatto la coda per poi trovarsi «prezzi che non stanno né in cielo né in terra». Secca la replica di Coldiretti, raccolta sul posto: sono provocatori, la realtà e che la nostra iniziativa dà fastidio a tanti.

Il Giornale – A pag. 24, Paolo Granzotto firma un pezzo durissimo contro i farmers market. La tesi è ben riassunta nel titolo: “Il bluff dei mercati contadini: costano più dei supermercati”. Peccato che poi nelle pagine di cronaca milanese in un altro pezzo sull’Ortofrutta Low cost di via Ripamonti si parli di “risparmi su latte e formaggi”.
Il manifesto – A pag. 9 Un articolo di Vandana Shiva contro i biofuel: «I biocarburanti non sono i combustibili dei poveri, ma il cibo dei poveri trasformato in calore, elettricità e trasporti. Gli Stati Uniti stanno spingendo le nazioni del terzo mondo a produrre biocarburante in modo da soddisfare i propri fabbisogni energetici, anche se ciò significa depredare le risorse altrui».

Coppie di fatto
Corriere della Sera – Arrivano le prime reazioni ai DiDoRe di Brunetta e Rotondi che dividono il Pdl. I primi a mettersi di traverso sono Giovanardi (Non si capisce perché i due ministri debbano risollevare a freddo la questione), Gasparri (Rotondi vigili sul programma di governo anziché divagare sulle coppie di fatto), Isabella Bertolini e Laura Bianconi (la regolamentazione delle unioni civili non è nel programma di governo).
Droga

Ecstasy

Il Giornale – Pag. 20: in Inghilterra un comitato di medici chiede al governo di rivedere lo status dell’ecstasy, de classandola da droga di classe A a droga di classe B: «Non fa così male. Solo 10 morti all’anno: molto peggio alcol e tabacco». Il declassamento modificherebbe le sanzioni per uso e spaccio. “Se la scienza dimentica il buon senso” è il titolo del commento senza firma che accompagna il servizio a tutta pagina.

Orso o bufala?
Il Giornale – La foto in prima pagina è quella dell’orso naufrago nei mari dell’Alaska comparsa su diverse testate nei giorni scorsi. Secondo la ricostruzione di Nino Materi si tratta di una bufala, perché «nessuno documenta la morte degli animali. Che invece secondo gli scienziati e membri dello stesso WWF (che aveva lanciato l’allarme) sarebbero vivi e vegeti. A ricostruire la vicenda del bluff e a fornire l’assist al Giornale è stato il sito svipop, attraverso la sua newsletter.

India
Avvenire – Pag. 5: si continua a seguire da vicino l’esplodere delle violenze religiose in India, con l’ondata di attacchi contro i cristiani e le loro istituzioni da parte degli estremisti Indù. Ieri chiese devastate nel Karnataka, assaltato  un convento nel Madhya Pradesh.

Sostegno scolastico
Avvenire – pag. 12: la Gelmini annuncia che non sono previsti tagli agli insegnanti di sostegno. Ci saranno dunque 90.882 posti per 174mila alunni con disabilità a scuola.


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