Politica

Alitalia, Epifani si difende

«L'ultimo no non è stato il mio» dice il segretario della Cgil a proposito del fallimento delle trattative

di Gabriella Meroni

«Un referendum sugli esuberi sarebbe stato improponibile. Non si può mettere chi mantiene il posto di lavoro contro chi lo perde. Ma sugli assetti contrattuali lo avevamo suggerito». È quanto afferma in un’intervista a La Stampa il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, che su una possibile lacerazione del sindacato riguardo la vicenda Alitalia, aggiunge: «Lacerato? E perché? Sarebbe stata una spaccatura grave, con Cisl e Uil, se avessimo detto di no. La Cgil, per la parte che le competeva, l’accordo con la Cai lo ha firmato». «È una questione elementare di rappresentanza sindacale, direi di democrazia. Abbiamo firmato per il personale di terra, perché tra il personale di terra i sindacati favorevoli a firmare, ossia Cisl, Uil, Ugl e noi, rappresentano più del 51% dei lavoratori. Per il personale di volo non è così. Non si può firmare un accordo separato se si rappresenta meno della metà dei lavoratori», dice ancora Epifani, sottolineando cosa ha firmato e che l’ultimo no non è stato il suo, piuttosto «e’ stata la Cai a tirarsi indietro».

«Su piloti e assistenti di volo, come Cgil siamo stati chiari. Anche loro si dovevano fare carico della rinuncia a certe forme di privilegio. Qualsiasi società non può tollerare che esistano al suo interno poteri di comando diversi da quelli dei suoi dirigenti», continua ancora Epifani commentando le richieste dei piloti e aggiunge: «Però in una compagnia aerea i piloti sono fondamentali. Non si può fare a meno di chi gli aerei li conduce».

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