Volontariato

Alimentazione: Greenpeace contro AIA e i mangimi biotech

Questa mattina, in contemporanea in numerose citta' italiane, gli attivisti di Greenpeace stanno etichettando i prodotti AIA

di Redazione

Questa mattina, in contemporanea in numerose citta’ italiane, gli attivisti di Greenpeace stanno etichettando i prodotti AIA presenti sugli scaffali dei supermercati per informare i consumatori che questi prodotti derivano da animali nutriti con OGM. L’attivita’ prosegue all’esterno dei supermercati con la distribuzione di volantini e della guida “Come difendersi dagli OGM” disponibile all’indirizzo clicca qui , con i nomi delle aziende che hanno eliminato gli Ogm e di quelle che non danno garanzie sul loro non utilizzo. “Greenpeace sta dicendo ai consumatori quello che le etichette non dicono, informando quali possono essere i prodotti che derivano da animali nutriti con OGM” commenta Federica Ferrario della Campagna Ogm di Greenpeace Italia. In tutte le citta’ lo striscione e’ lo stesso “AIA no ai mangimi OGM”. Gia’ lo scorso 2 ottobre Greenpeace ha bloccato lo stabilimento AIA di Zevio (Verona) per denunciare l’utilizzo di OGM nei mangimi. Greenpeace chiede ad AIA, parte del Gruppo Veronesi, leader assoluto in Italia del mercato mangimistico e avicolo, di eliminare gli Ogm dal processo produttivo. Da quando le farine animali sono state vietate in Europa per “mucca pazza”, la soia ha potenziato il suo ruolo di fonte proteica di riferimento e molta di quella che entra in Italia e’ geneticamente modificata. “Le alternative alla soia transgenica esistono, visto che molti paesi, in primis il Brasile, esportano a sufficienza soia non-Ogm tale da soddisfare il fabbisogno dell’intero mercato europeo” commenta Federica Ferrario della Campagna Ogm di Greenpeace Italia. La fattibilita’ di questa scelta e’ dimostrata dallo stesso Gruppo Veronesi, proprietario del marchio AIA, che ha dedicato al non-Ogm un impianto mangimistico (su otto) e un’intera fornitura di pollame alimentato senza Ogm destinata alla grande distribuzione organizzata, ma non venduta con marchio AIA.


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