Sostenibilità

Alimentare: attenti al falso olio d’oliva

È l'allarme della Coldiretti

di Gabriella Meroni

Aumenta dell’8% l’importazione di olio di oliva da imbottigliare in Italia per essere spacciato come Made in Italy a causa dei ritardi accumulati nell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle olive, contenuto nel decreto recentemente annunciato dal Ministro per le Politiche Agricole. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Ismea relativi al primo bimestre del 2007 dai quali si evidenzia che sono triplicati gli arrivi dalla Spagna e si conferma la crescita della Tunisia tra i Paesi extracomunitari. Oltre la meta’ dell’olio ‘italiano’ venduto nei supermercati nazionali e’ spremuto secondo la Coldiretti da olive di cui non si conosce la provenienza che, grazie al provvedimento annunciato, dovra’ essere indicata in etichetta.

L’emanazione del decreto sull’indicazione obbligatoria d’origine nell’etichettatura dell’olio vergine ed extravergine rappresenta un passo in avanti nella battaglia per la trasparenza dell’informazione iniziata con la legge 204 del 3 agosto 2004, ottenuta con il sostegno di un milione di firme raccolte da Coldiretti e che obbliga a indicare la provenienza dei prodotti agricoli in tutti gli alimenti. La norma per l’indicazione di origine in etichetta consente di verificare oltre al marchio la reale origine delle olive impiegate e quindi anche di valorizzare gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono al paesaggio e all’ambiente. L’Italia, conclude la Coldiretti, e’ il secondo produttore europeo di olio di oliva con una produzione nazionale media di oltre 6 milioni di quintali, due terzi dei quali extravergine e con 38 denominazioni (Dop/Igp) riconosciute dall’Unione Europea, che sviluppano un valore della produzione agricola di circa 2 miliardi di Euro e garantiscono un impiego di manodopera per circa 50 milioni di giornate lavorative.

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