Sostenibilità

Alieni o terroristi?

Anacronistica la trasposizione del libro di Wells all’epoca del terrorismo. Scarsi gli effetti speciali. Ma Spielberg resta insuperabile, anche in un film mediocre

di Andrea Leone

Il mondo è invaso da alieni scaturiti dalle viscere della terra: le città sono distrutte, gli uomini ridotti a cavie cui viene succhiato il sangue. La civiltà è a un passo dalla capitolazione, l?esercito è impotente. Tom Cruise, in fuga dai mostri con i due figli, ci narra la catastrofe dal suo primo annunciarsi fino a un ambiguo happy end.

Il punto debole della Guerra dei mondi sta nella sua radice letteraria: sembra che Spielberg abbia sentito il bisogno di adattare il famoso libro di Wells, (indubbiamente anacronistico), alla situazione contemporanea e di trasformare la guerra fredda degli anni 50 nello spettro del terrorismo. Talvolta reazionario, talvolta pacifista, è un film comunque troppo scopertamente politico, soffocato dai propri messaggi. Un?operazione forzata, ideologica e didattica, che per la prima volta in un film di Spielberg prende il posto della fantasia, della bellezza e dell?invenzione. Gli alieni in questo film sono muti, non sappiamo nulla di loro, sono gli altri, i nemici, semplici e terribili macchine distruttrici la cui storia e le cui intenzioni ci vengono riferite da un narratore esterno. Manca la dimensione utopistica e positiva presente nei più celebri lavori del regista americano, da E.T. a Incontri ravvicinati del terzo tipo.

L?impianto narrativo è rigido, manicheo: una continua, terribile e cruda lotta col mostro, all?insegna di una cieca enfasi apocalittica; qualcosa che ci ricorda, più che la fantascienza, il film horror. Il terrore prende il posto del mistero. Esemplare la scena nei sotterranei, quasi una parafrasi de La notte dei morti viventi, con un Tim Robbins troppo istrionico e ammiccante.

Nulla di entusiasmante sul fronte degli attori: Tom Cruise se la cava ma è fuori parte, probabilmente troppo giovane per il personaggio, mentre i ragazzi non brillano per espressività. La guerra dei mondi resta un film catastrofico di buon livello: più che gli effetti speciali (nettamente inferiori a quelli de Il Signore degli anelli e dell?ultimo Guerre Stellari), possiamo ammirare ancora una volta la straordinaria abilità e personalità registica di Spielberg, il suo modo di girare, i movimenti vertiginosi ma precisi di una macchina da presa che diventa occhio assoluto, sguardo capace di esaltare il particolare e rendere spettacolare ogni elemento della scena. Virtuosismi linguistici, lunghi e magistrali piani sequenza, bellissime scene visionarie: un treno che passa nella notte completamente incendiato, un fiume che trasporta centinaia di corpi senza vita, le emozionanti riprese aeree dei tetti.

LA GUERRA DEI MONDI
di Steven Spielberg, Usa
con Tom Cruise e Tim Robbins

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