Fu da quella provocazione di Alice… “Scrivi tu la mia storia”, che ha preso il via questo racconto. Ora la sua storia è scritta e la sfida è vinta.
Mi mancava l’ultimo passo… chiedere ad Alice di leggerlo e di dirmi qualcosa. Vi dono le sue personali riflessioni.
“Mentre leggo, rifletto e sento l’angoscia che sale dal ricordo contrastato dal coraggio che ho ritrovato dopo tutto il mio percorso… Mi rendo ora conto che, a parte l’iniziativa che devi prendere da te stesso, l’unica cosa che può aiutarti per uscirne è farti aiutare, è fidarti dell’altro come ho fatto io con te.
Mentre leggo tornano in mente tantissime scene che ho vissuto, vado avanti pagina dopo pagina incuriosita come se quasi fosse per me una storia nuova da scoprire, anche se la verità è che tra quelle righe c’è la mia storia, a tratti così simile a quella di altre centinaia di persone che hanno toccato le vie di quel bosco.
Potrebbe sembrare troppo crudo per certi versi ma non si parla altro che di verità. Una verità vicina a tutti, fatta di emozioni forti, malessere, rinunce, perdite, dipendenza e morte.
Perciò questo libro apre gli occhi. Perché è l’espressione di una realtà che c’è ma che per affrontarla bisogna accettarla.
Perché si tende sempre a lasciare il lavoro agli altri… perché il problema sembra troppo complicato e troppo grande…tanto per non prendersi la responsabilità… tanto per non affrontare la realtà e continuare con la propria vita come se fosse un problema lontano che alle persone “normali” non appartiene.
Quando si dovrebbe solo capire che ognuno può fare qualcosa… perché dietro al tabù del bosco di Rogoredo ci sono mille vite… mille figli, genitori, fratelli… persone. Che lì dentro non si scherza, non è un film, non c’è niente di finto. Nessuno merita di trovarsi lì!
Se la gente iniziasse a pensarla così avrebbe meno paura… e forse dopo aver letto questo libro, la mia testimonianza, la mia vita, forse si potrebbe iniziare a fare qualcosa di più”.
Alice
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