Politica

Alì Agca, “follie” e segreti ben custoditi

di Redazione

30 anni. S’è proclamato il nuovo Gesù ed ha promesso anche una versione inedita del Vangelo. Mehemet Alì Agca è uscito dalla prigione di Ankara dov’era rinchiuso. E, grazie alla indulgenza del presidente Ciampi, è ridiventato un uomo libero, 30 anni dopo. Ha di nuovo fatto il matto, come si dice (ed infatti ha eluso il servizio militare turco), evitando allo stesso tempo di paragonarsi col difficile tema della verità e della verità storica. Chi lo ha mandato a sparare in piazza San Pietro ha fiducia che non tradirà mai la causa per cui la sua mano fu armata contro il Papa il 13 maggio 1981. Agca ha attraversato i processi in Italia, la sua detenzione, l’incontro col Papa che aveva colpito senza mai far intendere che cosa l’abbia spinto davvero a sparare.
10 anni. Bettino Craxi è morto ad Hammamet il 19 gennaio del 2000. È stata l’occasione per commemorazioni e celebrazioni in Tunisia e a Roma. La lettera del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla vedova è stata infine il fatto più significativo. Secondo Napolitano, Craxi «dimessosi da segretario del Psi, fu investito da molteplici contestazioni di reato. Senza mettere in questione l’esito dei procedimenti che lo riguardarono, è un fatto che il peso della responsabilità per i fenomeni degenerativi ammessi e denunciati in termini generali e politici dal leader socialista, era caduto con durezza senza eguali sulla sua persona». Craxi non accettò di essere il capro espiatorio, il “cinghialone”, come lo battezzò in quei mesi Vittorio Feltri. Non si fece processare e morì all’estero dov’era riparato. Da “latitante” per Borrelli e Di Pietro che lo inquisirono, in esilio per chi oggi è dispiaciuto per quel doloroso epilogo. Resta un fatto che la vicenda di Bettino Craxi non può essere solo vista in chiave giudiziaria. Ora è più chiaro.
Viaggio. Sembra la storia del film francese Welcome anche se per i due ragazzi afghani è quasi a lieto fine. Nel porto di Bari sono stati infatti trovati nella vettura di un autista greco due minorenni, 15 e 17 anni, provenienti dall’Afghanistan. Lo “spallone” greco, arrestato dai nostri poliziotti, li aveva nascosti nel bagagliaio dell’auto, e uno dei due è stato chiuso, in posizione fetale, in una grossa valigia per tutta la durata del viaggio, dal Pireo. Per raggiungere l’Italia, uno dei due minorenni ha raccontato agli investigatori di aver pagato la somma di 2.600 euro a un connazionale in Grecia, mentre l’altro ha detto di aver lavorato come domestico per tre mesi al servizio di uno sconosciuto di origini afghane il quale, come compenso, gli ha organizzato il viaggio in Italia.


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