Mondo

Algeria: interpellato l’ex numero due del Fronte islamico di salvezza (Fis)

Algeria sotto shock per l'uccisioni dei due diplomatici algerini in Iraq

di Joshua Massarenti

L’ex numero due del Fronte islamico di salvezza (ormai sciolto), Ali Blhadj, è stato interpellato ieri a Algeri dalla polizia per le dichiarazioni controverse che ha rilasciato a Al-Jazira. Lo ha reso noto l’Afp. Prima della sua interpellazione, Ali Belhadj aveva dichiarato al network televisvo arabo di voler “salutare i mudjahidin presenti sul territorio della resistenza in Iraq, che Dio gli aiuti a affrontare con fermezza e determinazione l’occupante, i suoi agenti e acoliti”. Belhadj avrebbe poi aggiunto che “la storia ci ha insegnato che solo la jihad e la resistenza sono l’unica risposta all’occupazione”. Sostenendo che “non c’è altro popolo che il popolo algerino a poter capire la resistenza (in Iraq)”, l’ex numero del Fis ha sottolineato “di non poter dettare ai mudjahidin ciò che devono compiere” nei confronti dei due diplomatici algerini sequestrati la settimana scorsa e poi uccisi ieri dal gruppo di Al Zarkawi, il rappresentante di Al Qaeda in Iraq. Sempre durante l’intervista rilasciata a Al Jazira, Belhadj si è dichiarato convinto che i due algerini sono stati sequestrati “perché diplomatici e amabasciatori (…). Ora, accreditanto ambasciatori e diplomatici in un Paese sotto occupazione, (il loro) Stato non fa altro che legittimare questa occupazione. E ciò è inacettabile agli occhi della Sharia e della politica”. Per poi proseguire: “Formulo una richiesta, e spero che sarà presa in considerazione”. Ma quese sono state le ultime parole di Belhadj prima che la comunicazione fosse stata brutalmente interrotta. Secondo quanto ha riferito poi il suo fratello Abdelhamid sempre su Al Jazira, lo scopo di Ali Belhadj era chiedere “la liberazione dei diplomatici in riconoscenza del popolo algerino”. Una dichiarazione che non ha convinto la polizia algerina. Del resto, Ali Belhadj è continuamente sorvegliato dall’intelligence algerino dopo la sua liberazione avvenuta il 2 luglio 2003 al termine di dodici anni di carcere. Le autorità algerine gli hanno formalmente proibito di fare dichiarazioni politiche, predicare e assistere a riunioni pubbliche. Il regime del presidente Bouteflika sospetta inoltre Belhadj di tenere incontri segreti con islamisti radicali approfittando delle preghiere collettive che compie in numerose moschee di Algeri. Les dirigeants du FIS avaient été condamnés après l’annulation des élections législatives de décembre 1991 remportées par ce parti. Ali Belhadj era tra i dirigenti del gruppo islamico radicale algerino che nel 1992, dopo che gli era stato annullato il trionfo elettorale alle legislative del 1991, ha sprofondato l’Algeria in una guerra civile che secondo fonti ufficiali ha fatto oltre 150mila morti. Il capo storico del Fis, Abassi Madani, anch’egli condannato a 12 anni di carcere, è attualmente in Qatar dove ufficialmente sta seguendo delle cure.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA