Mondo

Algeria: 14 civili uccisi nel sud del Paese

Responsabile un gruppo armato integralista

di Joshua Massarenti

Almeno 14 persone sono state assassinate ieri sera da un gruppo integralista armato che ha eretto un falso posto di blocco sulla nazionale Algeri-Medea, all’altezza di Larbaa, a 30 km dalla capitale. Lo ha reso noto l’Afp, secondo la quale “le vittime viaggiavano su quattro automobili e un camion che sono incappati nel falso posto di blocco organizzato dai terroristi che hanno scaricato i mitra sulle auto alle quali hanno successivamente dato fuoco”.

Dieci corpi sono stati estratti dalle lamiere completamente carbonizzati. Quattordici i morti accertati ma ci sarebbero anche alcuni feriti. La strage e’ probabilmente opera di una cellula del Gia, gruppo integralista armato ormai quasi completamente debellato secondo le autorita’, che hanno comunque ammesso nei mesi scorsi la presenza di alcune sacche di resistenza. La regione della Mitidja tra Algeri e Medea, dove avvennero negli anni ’90 i piu’ efferati massacri di civili e dove ieri sera si e’ aggiunto un nuovo episodio al capitolo terrorismo, e’ certamente sotto controllo del Gia e non del Gspc, il gruppo salafita per la predicazione e il combattimento vicino ad Al Qaida che opera essenzialmente nelle regioni ad est di Algeri e prende di mira i militari e le forze dell’ordine, e mai i civili. Questo attentato appare come una risposta alla politica di riconciliazione nazionale e al progetto di amnistia generale lanciato dal presidente della repubblica Abdelaziz Bouteflika. Nemmeno 24 ore prima dell’imboscata di ieri sera, il capo dello stato Abdelaziz in un discorso alla nazione in occasione del primo anniversario della sua rielezione per un secondo mandato quinquennale aveva proclamato che la sicurezza ”e’ stata largamente ristabilita in tutto il paese” grazie ai ”sacrifici”’ delle forze di sicurezza, esercito in testa.

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