Famiglia

Algeri riparte dalle donne

L’ong locale, “Rachda”, aprirà un centro di accoglienza per assistere le donne che dopo essere state vittime degli integralisti islamici sono oggi emarginate

di Redazione

Un centro di accoglienza per donne che non possono permettersi di festeggiare l?8 marzo con le amiche. Che non possono permettersi nemmeno una vita serena, un?istruzione, una dignità sociale. È per le donne algerine vittime della violenza dei fondamentalisti islamici che nel giorno della festa della donna verrà inaugurata a Mohammadia, nei pressi di Algeri, una struttura in cui le vittime innocenti del terrorismo possano trovare alloggio e cura. L?iniziativa parte da ?Rachda?, un?associazione algerina di cui è fondatrice e presidente Khalida Messaoudi, creata nel 1991 per dare aiuto medico e legale a una categoria di donne sempre più numerosa nella società algerina: quella delle ripudiate, delle divorziate, delle ragazze madri. Le vittime delle incursioni dei fondamentalisti islamici si trovano poi in condizioni ai limiti della sopravvivenza: quando non hanno perso la casa e la famiglia in seguito agli attentati, sono costrette a vivere ai margini della società a causa degli stupri subiti, che aggiungono l?odiosa macchia del disonore alle violenze, alle ferite, alle lacrime. La stima ufficiale di questo ?popolo ferito? indica un coinvolgimento di circa 1200 persone, ma i giornali indipendenti e le associazioni femminili parlano di oltre 3000 casi di stupri e rapimenti, anche se la verifica è molto difficile a causa della riluttanza delle famiglie e delle ragazze stesse a parlarne. Il centro di Mohammadia dovrebbe dunque diventare un punto di riferimento per accogliere queste donne in gravi condizioni fisiche e psicologiche, sfuggite alla morte spesso in modo fortuito, e ripudiate dai loro stessi parenti per vergogna e per il timore di subire ritorsioni. L?obiettivo primario dell?associazione è quello di far loro riacquistare salute, fiducia in se stesse e una formazione adeguata per reinserirsi nella società. L?organizzazione algerina ha ricevuto un supporto anche a livello italiano ? ha risposto il Comune di Forlì, coinvolgendo altri sette enti locali e la Regione Emilia Romagna ? per predisporre un piano triennale di gestione del centro di accoglienza, per la copertura dei costi, la formazione del personale e la realizzazione di laboratori e di corsi per le ospiti. Tra gli obiettivi fondamentali di Rachda c?è il riconoscimento politico: fare in modo che il governo possa dichiararle ufficialmente ?vittime del terrorismo? e che di conseguenza le risaricisca. In un cammino per il ripristino dell?uguaglianza dei diritti civili che un giorno possa consentire anche a queste donne di condurre la loro vita con dignità.Be.Ver Perinformazioni:


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA