Il non profit cambia la vita

Alessio Boni: «Dall’Ucraina ad Haiti: parto perché ho la necessità di assorbire lo sguardo degli altri»

Alessio Boni, classe 1966, bergamasco di Sarnico, attore di grande successo, da anni opera con il Cesvi e altre organizzazioni non governative. «Sono due le cose che nella vita non puoi scegliere, dove nascere e da che famiglia nascere», dice. «Io sarei potuto nascere a Scampia, in Afghanistan, in Sudan, in Iran oppure a Belo Horizonte. Parto perché ho la necessità di capire gli altri»

di Stefano Arduini

Cosa accadrebbe se, da un giorno all’altro, il non profit scomparisse? È questa la provocazione al centro del numero di marzo di VITA “Provate a fare senza”, se sei già abbonato, leggi subito qui; se vuoi abbonarti, puoi farlo da qui. Nel secondo capitolo del magazine abbiamo dialogo con otto artisti che hanno scelto l’impegno sociale. L’attore Alessio Boni da anni opera a fianco di Fondazione Cesvi e altre organizzazioni non governative.

«Non saprei che uomo sono». Risponde così, Alessio Boni, classe 1966, bergamasco di Sarnico, attore di grande successo e padre di tre figli a chi gli chiede cosa gli sarebbe mancato se non avesse incontrato il Cesvi e le altre organizzazioni non governative con cui opera da anni (più nella veste di collaboratore e volontario che in quella di semplice testimonial). Una risposta a suo modo definitiva che parte da lontano. Da Belo Horizonte, in Brasile. Siamo alla fine degli anni 90.

Perché Belo Horizonte?

Col lavoro avevo ingranato e coi primi guadagni ho deciso di passare qualche settimana nella comunità missionaria di Villaregia.

Perché non New York, Tokyo o Parigi?

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