Verso i 30 anni di VITA

Alessandro Sortino: «VITA, la mia scuola»

Alla vigilia del compleanno della nostra testata il giornalista delle Iene racconta i suoi inizi nella redazione del nostro giornale. «Da Riccardo Bonacina ho imparato la filosofia alla base di questa professione: l’incontro. Tutto il racconto si basa sull’incontro con l’altro, non possiamo sfuggire a questa cosa»

di Anna Spena

«Mi dissero che era nato un giornale che si occupava di storie». Quando chiediamo ad Alessandro Sortino come ha incontrato VITA, l’espressione che usa “un giornale che si occupava di storie” la possiamo declinare al presente.

Risponde al telefono con la voce bassa: «Sto facendo un appostamento», Sortino oggi è un giornalista di Le Iene. A settembre è uscito il suo libro, edito da Rizzoli, “Il Dio nuovo”. Ne abbiamo parlato in questo articolo: “Sulle tracce di Pietro, Paolo e dei primi cristiani a Roma. Un libro come guida”.

Era il 27 ottobre 1994 quando uscì il primo numero del settimanale, nato grazie ad un “patto” tra una squadra di giornalisti guidati da Riccardo Bonacina e un gruppo di associazioni, che si impegnarono a sostenere un progetto di informazione sociale indipendente dedicato. E i prossimi 25 e 26 ottobre VITA festeggia 30 anni (scopri qui tutto il programma di una due giorni imperdibile 30.vita.it).

VITA nasce alla fine del 1994, Sortino inizia la sua collaborazione nell’agosto del 1995. «Io ero un obiettore di coscienza e con alcune realtà ero andato a San Cipriano, un comune di confine con Villa Literno, ad allestire una tendopoli per 150 immigrati. Avevo portato con me una macchina fotografica con a fuoco fisso, c’era solo quella», racconta. Il primo reportage di Sortino è stato pubblicato sul settimanale del 12 agosto 1995: “Villa Literno – Reportage dalla capitale dei clandestini. Pomodori Verde Speranza”. 


«Per me fu fondamentale essere ospitato nella redazione di VITA. Per un ragazzo che voleva fare il giornalista non era una cosa scontata. A VITA avevo un posto dove stare». Anche nel ricordo che Sortino condivide del primo incontro con Riccardo Bonacina passato e presente sembrano parlarsi: «Era il direttore, veniva dalla conduzione di un programma molto importante in Rai, ma mi ricordo perfettamente il senso di libertà che si respirava, molto di più rispetto a tutti gli altri posti in cui ero stato e in cui poi sarei stato: quando arrivi a VITA e hai qualcosa di dire, hai un racconto autentico da fare, vieni accolto. Io all’epoca collaboravo anche con altri giornali, di Riccardo e di VITA mi colpì subito, a differenza degli altri luoghi, anche l’attenzione alla scrittura». 

Il giornalista che Sortino ha imparato ad essere a VITA ha costruito anche il giornalista che sarebbe stato negli anni successivi e che è diventato oggi: «A VITA e da Bonacina ho imparato la filosofia alla base di questa professione: l’incontro. Tutto il racconto si basa sull’incontro con l’altro, non possiamo sfuggire a questa cosa. L’incontro era il senso di VITA: le storie si dovevano raccontare partendo dall’incontro con qualcuno. L’incontro oggi è alla base del mio lavoro». 

Tra tanti Sortino se ne ricorda uno da cui è nato un articolo: “La principessa è pazza o santa?”. «Si chiamava Fiamma», dice. «Quando l’ho incontrata io aveva 52 anni. Vedova di un principe Odescalchi, aveva scelto la povertà assoluta, oggi giorno si trovava in una piazzetta di Frascati, attorniata dai giovani. Non chiedeva assolutamente niente, pregava Dio, sorrideva spesso, e raccontava storie a chi l’ascoltava. Era stata buttata fuori dalla sua famiglia. Ancora oggi non so perché quell’incontro mi abbia colpito così tanto». In quell’articolo Sortino aveva scritto: “La libertà prima di tutto. Il gioco di Fiamma consiste nel vivere semplicemente libera”.

Dicevamo che sono passati 30 anni e sono cambiate tante cose, ma non la filosofia alla base della professione: ancora oggi è dall’incontro con le persone che nascono gli articoli, i reportage, i magazine, i podcast, i video. 

Sortino ha collaborato con VITA per diversi anni, fino all’estate del 1999. «Se non ci fosse stata VITA», immagina, «probabilmente non avrei fatto il giornalista».

PER CONOSCERE IL PROGRAMMA DEL TRENTENNALE DI VITA (MILANO, FABBRICA DEL VAPORE, 25 E 26 OTTOBRE) E ISCRIVERSI AGLI EVENTI (GRATUITAMENTE) CLICCA QUI

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.