Politica

Aldo Bonomi: «La politica torni ad essere orizzontale»

L'affluenza crolla al 40%: continua "il disincanto”. «Non basta più solo governare dall’alto e far arrivare sul territorio le politiche, bisogna partire dall’orizzontalità, dalle piattaforme, dal territorio, là dove le persone vivono le grandi sfide del nostro tempo», dice il sociologo Aldo Bonomi commentando le elezioni in Lombardia e in Lazio. «Ma tra queste piattaforme, oggi ne mancano due: quella del sociale e quella della politica. Bisogna ricostruire le forme e i luoghi della politica, della partecipazione e della convivenza, va rimessa in mezzo la comunità che fa società».

di Sara De Carli

Crolla l’affluenza alle urne. Secondo i dati del Viminale, alle urne è andato il 40% degli elettori: sei su dieci sono restati a casa. L’affluenza è pressoché identica sia in Lombardia (41, 67%) che in Lazio (37,19%), con un astensionismo che è andato ben oltre le previsioni. Alle politiche di settembre, l’affluenza era stata del 66% in Lazio e del 73% in Lombardia. Quanto agli esiti, i primi dati prefigurano la vittoria certa del centrodestra in entrambe le regioni (Attilio Fontana e Francesco Rocca sarebbero quindi i prossimi governatori): per la Lombardia una riconferma, per il Lazio un ribaltamento rispetto all’amministrazione uscente. E più di un titolo, in queste prime ore, definisce i risultati di Fratelli d’Italia come “travolgenti”. «Continua il disincanto», commenta il sociologo Aldo Bonomi, uno dei più acuti interpreti delle dinamiche in atto nel Paese e in particolare in Lombardia.

«Il primo dato è questo, il disincanto che si traduce in “non voto”, che continua e anzi aumenta arrivando al 60%. Qualcuno dirà “per forza, non erano elezioni politiche”, ma forse questa è un’ulteriore aggravante se intendiamo la politica come prossimità: non dimentichiamo che c’è un percorso e una filiera che parte dal Comune e va alla Regione, allo Stato, all’Europa… Questa non è una giustificazione, ma un’aggravante rispetto discorso di prossimità».

La seconda osservazione di Bonomi riprende il concetto di “fallimento delle élites” che aveva già osservato nelle elezioni politiche del 25 settembre 2022. «Già allora avevo parlato di fallimento delle élites, intendendo per élite quel ceto tecno-burocratico che ha governato dall’alto e che ha fatto emergere nuove forze, fondamentalmente Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni», ricorda. Meloni e Fratelli d’Italia hanno tenuto. «Vero e si dirà: "disincanto sì, ma il melonismo ha tenuto". Sì, ma il vero problema è che dobbiamo uscire dalla logica della politica, perché la crisi è più profonda. Letta con il mio linguaggio il dato vero è che bisogna ricostruire due piattaforme, che oggi mancano».

Le piattaforme, nel linguaggio di Aldo Bonomi, sono l’evoluzione dei distretti. «Tutti stiamo ragionando su trasformazioni che rimandano ad alcune piattaforme: quella dell’innovazione tecnologica, con i territori sotto sforzo per innovare per competere. In alcuni territori lo stesso accade nella manifattura. Ci sono poi piattaforme che rimandano all’agricoltura, che non è solo economia ma anche ecologia. Ci sono le piattaforme turistiche. Le piattaforme della cura. E le piattaforme dei lavori che non si parlando, due grandi carovane che non si incontrano mai, una in uscita e una in entrata. Questi sono i grandi processi che attraversano la società, sono i temi dentro cui siamo: nei sistemi territoriali ci si arrabatta quotidianamente attorno a questo». Nell'elenco appena fatto però, sottolinea Bonomi, mancano due piattaforme: «E questa mancanza non solo mi stupisce, fa problema».

La prima è «la piattaforma sociale, intendendo le modalità per ricostruire forme di convivenza, di cura, di welfare: temi che attraversano tutto il mondo dell’associazionismo e dell’impresa sociale», dice Bonomi. «Manca la piattaforma sociale,che è dove si produce il capitale sociale. Il capitale sociale non è qualcosa di spendibile solo in termini economici, è anche partecipazione, passione, cambiamento. E come mai il capitale sociale non si mobilitò più, addirittura per il 60%? Perché è venuta meno la capacità di attivazione della piattaforma della politica con la p minuscola, che è la seconda piattaforma mancante. Siamo in una fase di attraversamento e di ricostruzione di queste due piattaforme».

Chi ha vinto e chi ha perso, in questa prospettiva, passa in secondo piano: «In Lombardia c’è una tenuta mentre in Lazio c’è un ribaltone, ma a questo livello di ragionamento si tratta solo di interrogarsi di più o di meno. Il punto vero, dal mio punto di vista, è che tutti quanti si devono interrogare dinanzi a una crisi della politica, della rappresentanza e delle forme di convivenza. Il capitale sociale, che è quello che alimenta la piattaforma del sociale, oggi è tutto preso in un meccanismo di sopravvivenza e non si mobilita più. Sono venuti meno i luoghi della politica. Bisogna ricostruire le forme e i luoghi della politica, della partecipazione e della convivenza, va rimessa in mezzo la società, la comunità che fa società. Ci aspetta un lungo attraversamento, un esodo».

La metafora delle “quattro Lombardie” che Bonomi ha introdotto di recente – ossia di un territorio non omogeneo ma composto da quattro aree molto differenti tra loro (Milano, l’area pedemontana, la Lombardia alpina e la bassa padana) per strutture socio-economiche, necessità e aspettative a cui la politica oggi deve imparare a parlare e prima a ancora deve saper vedere – dice esattamente questo. «Come recuperare quel 60% di cittadini che vivono il disincanto? Devi ripartire dalle piattaforme, là dove ci sono i processi reali. Per rimettere in piedi i meccanismi di partecipazione politica, devi ripartire da lì. Non basta più solo governare dall’alto e fare arrivare sul territorio le politiche, bisogna partire dall’orizzontalità. Parlare delle “quattro Lombardie” è ripartire dall’orizzontalità, dal territorio, perché l’innovazione, la transizione, tutte le grandi sfide che ho elencato prima le persone lì le vivono tutti i giorni». Anche (soprattutto) quel le che non sono andate a votare.

Foto Agenzia Sintesi

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