Economia

Alcune domande a Banca d’Italia sul PIL criminale

di Marcello Esposito

Banca d’Italia contro ISTAT ! A conferma della nostra convinzione che l’economia criminale non dovrebbe entrare nel PIL perché distrugge ricchezza, il Governatore della Banca d’Italia fornisce evidenze importanti nel suo intervento al Convegno Banca d’Italia-Fondazione Cirgis.

Avrei una serie di domande per il Governatore. Domande che nessun giornalista gli rivolgerà mai e che quindi rimarranno con ogni probabilità senza risposta. Le attività illegali che vengono legalizzate (mi riferisco ad esempio al gioco d’azzardo) creano PIL solo in virtù del loro nuovo status legale o continuano a distruggerlo anche dopo? Esistono attività legali che distruggono capitale sociale, umano, finanziario? E se sì, quali?

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Di seguito, un estratto dei passaggi più importanti della relazione tenuta dal Governatore e che si trova qui: “Contrasto all’economia criminale: precondizione per la crescita economica”

“ Con riferimento, poi, all’impatto economico della criminalità, va osservato che esso non consiste solo nel valore di quanto prodotto attraverso le attività criminali (pure, come abbiamo visto, non facile da quantificare), ma anche, con effetti di più lungo periodo, nel valore di quanto non prodotto a causa delle distorsioni generate dalla diffusione della criminalità …

Un lavoro recente ha stimato che l’insediamento della criminalità organizzata in Puglia e Basilicata nei primi anni Settanta ha generato nelle due regioni, nell’arco di un trentennio, una perdita di PIL di circa il 16 per cento …

La presenza della criminalità organizzata determina una distorsione nell’allocazione delle risorse pubbliche; vi è evidenza che nei territori caratterizzati da tale presenza le imprese tendano a ricevere, a parità di altre condizioni, maggiori incentivi pubblici …
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Anche nel mercato assicurativo la presenza della criminalità impone un costo diretto su imprese e cittadini: i dati IVASS mostrano che nel 2013 i premi più elevati sono stati pagati in Campania, Puglia e Calabria, regioni a forte densità criminale; e che le cinque province che esibiscono i premi medi pagati più elevati sono, nell’ordine, Napoli, Caserta, Prato, Crotone e Reggio Calabria. Il premio medio pagato a Napoli è più del triplo della media europea…
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La criminalità ha un effetto negativo sugli investimenti in generale e quelli diretti dall’estero in particolare…

Oltre a quello finanziario, anche il capitale umano, risorsa essenziale per la crescita economica di lungo periodo, risente della presenza criminale. La diffusione della criminalità organizzata tende infatti a ridurre i rendimenti relativi dell’istruzione disincentivando per tale via gli investimenti in capitale umano16. Infine, la presenza di una rete criminale capillare influisce sulla qualità degli amministratori pubblici locali e questo a sua volta influenza quantità e qualità degli investimenti nelle aree coinvolte.”

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