Che l’alcolismo avesse una predisposizione genetica è stato supposto già da qualche tempo, ma la dottoressa Cindy Ehlers, dello Scripps Research Institute americano, ha scoperto quali sono i geni implicati in questo complesso meccanismo.
In particolare sembrerebbe esistere una variazione genetica deta ADH*3 che proteggerebbe dallo sviluppo della dipendenza da alcool. Il metabolismo dell’acool infatti viene regolato dai geni codificatori della produzione di due enzimi, l’alcol deidrogenasi o ADH e l’aldeide deidrogenasi o ALDH che agiscono sul fegato: quando si assume alcool il primo lo converte in acetaldeide che viene a sua volta convertita dal secondo in acetato; quest’ultimo viene poi metabolizzato dai tessuti esterni al fegato. Ebbene, gli individui con il gene mutato sono avvantaggiati poiché esso regola la produzione di un enzima ADH più efficiente e dunque l’alcool viene metabolizzato meglio. Un’altra determinante mutazione riguarda poi il gene che regola la produzione dell’ALDH che presenta una cattiva metabolizzazione dell’acetaldeide che viene così accumulata nel sangue e nei tessuti anziché essere trasformata dal fegato.
I risultati dello studio confermano la potenza del fattore genetico nei casi di alcolismo e chi ha in famiglia precedenti simili corre un rischio maggiore.
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