Welfare

Alcolici in discoteca. Ovvero una politica ubriaca

Il Parlamento si è rimangiato un provvedimento che aveva dato ottimi esiti. Un voto bipartisan restituisce libertà di vendita anche oltre le 2 di notte.

di Franco Bomprezzi

Provate a chiedere a tanti ragazzi quanto e se bevono alcolici, durante la giornata, la sera, nel weekend. La risposta spesso sarà accompagnata da una risata, quasi una vanteria, la soddisfazione di ammettere non un vizio, un difetto, un rischio, ma uno stile di vita, una competizione collettiva. Provate a vedere i volti dei ragazzi al funerale di un loro coetaneo, o di un gruppo di amici, morti schiantandosi in auto dopo una notte che era di festa, di allegria. Sono volti increduli, di disperazione, ma che rivelano anche una immediata idealizzazione delle vittime, appunto solo vittime di un destino tragico e incomprensibile. Non c?è nesso di causa ed effetto, non c?è ripensamento, non c?è nulla. Ma questi ragazzi, e anche questi adulti, uomini e donne, ora sanno di poter contare sul parlamento italiano, capace di trovare una bellissima e gloriosa intesa bipartisan. Sì, proprio mentre vacilla il governo, quando tutti litigano su tutto, in commissione trasporti della Camera si compie il miracolo di trasformare l?acqua in vino. Niente più divieto di somministrare alcolici nelle discoteche dopo le 2 di notte. Ha vinto la lobby. Non che fosse una misura perfetta, ma una volta tanto le statistiche davano ragione a Giovanardi e soci: incidenti mortali diminuiti del 30% in pochi mesi. Come dire una morte su tre evitata grazie a questa misura e ai controlli che sono scattati di conseguenza. Ci vogliono entrambe le cose, ovviamente: i divieti e i controlli, ma serve soprattutto non cambiare rotta in questo modo, perché il modello che passa è quello dei gestori dei locali notturni, ?penalizzati? dai chioschi abusivi e dai bar. Meglio accontentare una piccola lobby adesso, che il voto si avvicina, piuttosto che pensare ai figli. Sto diventando vecchio? E se anche fosse?

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