Non profit
ALCOL. Meloni: «I divieti non risolvono il problema»
Così commenta le regole anti-alcol Giorgia Meloni, ministro della Gioventù
di Redazione
Certamente le regole sono necessaria, ma queste da sole non risolvono il problema, sono necessari i controlli. Ne è convinta il ministro della Giovantù, Giorgia Meloni, che nel corso della trasmissione ”Omnibus Life” su La7, dedicata ai nuovi divieti ed alle nuove regole introdotti da diverse amministrazioni comunali in questa estate sottolinea come ”è certamente necessario mettere le regole, ma queste da sole non risolvono il problema. Tutto dipende dalla credibilità che ha il rispetto delle regole ”.
«Io – confessa Meloni – sono stata tra quelle che ha inizialmente contestato la legge Sirchia, perche’ ero una fumatrice. Ma devo anche dire – aggiunge – che ho smesso di fumare anche grazie a quella legge perche’ poneva una serie di restrizioni. Ma – sottolinea – sia per la legge Sirchia che per tutte le regole che sono state condivise, e’ un problema di controlli. Tutto dipende dalla credibilita’ che il rispetto delle regole ha, il problema – conclude – non e’ moltiplicare le regole ma come far rispettare le regole che ci sono”.Secondo il ministro c’e’, poi, tutto il tema della prevenzione, dell’ educazione, del sostegno alle famiglie e dell’esempio, soprattutto di quello dei pari: ”Viviamo in una societa’ – evidenzia Meloni – che lancia solo messaggi fuorviani, sbagliati, anche per come racconta i giovani italiani, per come racconta questa nuova generazione. Perche’ – spiega – e’ vero che c’e’ un 10% delle ragazze italiane che fa uso di alcol che puo’ essere anche eccessivo, ma c’e’ un 90% che non lo fa e noi di questo 90% non diciamo mai una parola. Per noi esiste solo la minoranza, che sara’ sempre piu’ rumorosa della maggioranza perche fa sempre piu’ rumore un albero che cade che una foresta che cresce».
«Ma – avverte – dobbiamo fare attenzione, perche’ se noi continuiamo a raccontare queste generazione solo come fatta di bulli, di alcolizzati, alla fine si percepiscono cosi”’. Per il ministro, al contrario, occorre puntare proprio sugli esempi positvi, sul quel 90% di cui non si parla. ”Quello che e’ piu’ convincente per questi ragazzi – spiega – non e’ la politica, le campagne di prevenzione, ma e’ l’esempio che possono dare gli altri componenti della stessa generazione”. Se, ad esempio, ”avessimo la capacita’ di fare in modo che tra i giovani chi si ubriaca per rimorchiare una ragazza non fosse mai in grado di rimorchiarla perche ‘ e’ considerato un povero idiota, questo sarebbe molto piu’ convincente di mille campagne politiche».
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