Welfare

Alcol: il 16% degli italiani “esagera”

La fotografia e' della Doxa. Il 65% degli italiani "consuma regolarmente" bevande alcoliche

di Gabriella Meroni

Gli italiani si scoprono morigerati nell’uso di alcool anche se quasi il 16% affermano di aver ecceduto nelle bevute almeno una volta negli ultimi tre mesi. La fotografia e’ della Doxa che, nel corso del 2000 ha condotto, per incarico dell’Osservatorio permanente sui giovani e l’alcool, una indagine campionaria che ha interessarto oltre 8 mila persone. L’indagine e’ stata presentata stamane al Cnel dal presidente della Doxa, Ennio Salaman, e dal segretario generale del Censis (nonche’ dell’Osservatorio) Giuseppe De Rita. Secondo i dati forniti oggi il 65% degli italiani (pari a 32 milioni) possono essere catalogati tra i cosiddetti ”consumatori regolari” mentre il 15% (7.4 milioni) sono consumatori occasionali. La percentuale dei consumatori regolari di almeno un tipo di alcolici (prevalentemente vino e birra) e’ salita dal 54% del ’93 al 65% del 2000, l’88% degli uomini e il 73% delle donne. Negli ultimi tre anni, invece, la percentuale dei consumatori, almeno occasionali, e’ rimasta costante fra i giovani dai 15 ai 24 anni mentre e’ salita dal’80% all’87% fra la fascia di eta’ dai 25 ai 34 anni. La bevanda ancora piu’ diffusa e’ il vino. Ne fa uso il 65% degli adulti (almeno 34 milioni di individui), seguito dalla birra: 54% mentre il 25% degli italiani non disdegna i superalcolici. Per il vino prevalgono i consumi regolari in famiglia durante i pasti mentre la birra viene consumata soprattutto con gli amici in risporanti e pub. Secondo la Doxa nel pasto di mezzogiorno gli italiani prediligono l’acqua ma il 45% bevono anche vino e birra. Consumi questi che risultano ”molto simili” anche per la cena. Sembra, invece, in calo l’emergenza alcolismo se e’ vero che negli ultimi 7 anni sono diminuiti (dal 18% al 14.8%) quanti affermano di avere problemi con le bevande alcoliche. ”L’indagine – ha commentato De Rita – conferma che gli italiani sull’alcool si autoregolamentano. Non occorre, quindi, come accade in altri paesi assumere iniziative rigide quanto proseguire sulla strada della sensibilizzazione”.


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