Politica

Alberto Stasi, la pista unica ha fatto flop

di Redazione

Trani. Non è Torino, nonostante la Sindone e i 150 anni dell’Unità d’Italia. Non è Milano, nonostante Bossi. Non è Roma, a dispetto del Caravaggio alle Scuderie. È la Puglia il crocevia di questa fase italiana. Pugliese è Patrizia D’Addario, grande accusatrice di Silvio Berlusconi. Pugliese è la Procura di Trani che indagando sulle carte di credito “revolving”, mette sotto controllo i telefoni del direttore del Tg1, Augusto Minzolini, del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, del commissario dell’Agcom, Giancarlo Innocenzi. La lunga campagna elettorale tutta giocata sul crocevia fra politica e magistratura ha anche una sua strana territorialità, che rende centrale una regione spesso ingiustamente trascurata. Così nella regione più mediatica d’Italia emerge l’ennesima ultima ora, con Berlusconi indagato alla vigilia di una competizione elettorale e Riccardo Scamarcio, nato a Trani, sul piede di guerra per impedire la nuova strada che dovrebbe attraversare il bellissimo Salento. Tutto passa dalla Puglia. O anche solo: tutto passa, persino le elezioni. Per fortuna.
Roma. Passato a miglior vita, e proprio nel mare pugliese, è Pietrino Vanacore. Il portiere dello stabile di via Poma però è stato duramente accusato dopo la sua morte. All’udienza del processo dove avrebbe dovuto deporre, la Pm in aula ha espresso dubbi pesanti su di lui. In sostanza lo ha accusato di essere stato per primo nella stanza del delitto, accanto al cadavere di Simonetta Cesaroni. Di aver telefonato, insomma di aver depistato le indagini. Vanacore non c’è più, non può difendersi, non ha voluto farlo. Portando con sé la verità. Ma perché l’accusa, allora, non fu formulata? Un errore 20 anni fa?
Garlasco. Qualcosa di simile è successo per un altro delitto. Lo si è capito leggendo le motivazioni della sentenza di assoluzione. Un ruolo chiave nel considerare innocente Alberto Stasi è quello di una madre di una vicina di casa le cui dichiarazioni al processo per la morte di Chiara Poggi sono state finora sottovalutate. Si chiama Franca Bermani. Che cosa racconta la signora? Racconta di aver visto, alla presunta ora del delitto, una bicicletta da donna, nera, col sellino alto, appoggiata al cancello della villetta dove abitava la vittima. Diversa da quella di Alberto. In pratica i giudici che hanno assolto Stasi sostengono che c’era un’altra pista che non è stata seguita. E c’era da dieci giorni dopo il delitto. Di chi era quella misteriosa bicicletta? Di una donna? Semplicemente non si è indagato. Per tre anni. Puntando su Alberto, oggi assolto.


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