Non profit
Albertini se ci sei batti un colpo
Attesa di segnali favorevoli al Terzo settore da Milano che venne candidata come base per l'Authority del non profit
Caro sindaco Gabriele Albertini, il Terzo settore si aspetta segnali decisi, reali, segnali che riprendano il filo di un dialogo che portò alla candidatura di Milano come sede dell?Authority per gli enti non profit e che poi si è un po? smarrito. È di questi giorni la notizia che la Fondazione Cariplo sarà oggetto di attenzione per la nomina da parte del Comune di Milano di due componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione stessa. Siamo in dirittura d?arrivo per verificare se le scelte saranno spartitorie e partitiche oppure se si deciderà di dare voce e spazio decisorio a quel terzo settore che dovrebbe essere il destinatario per norma della redditività dei capitali introitati a fronte della privatizzazione delle banche che erano collegate alla Fondazione Cariplo. È una scelta difficile e non priva di pressioni più o meno interessate. È certo che il terzo settore vuole segnali forti da parte delle fondazioni che hanno perso o perderanno la caratteristica bancaria e si definiscono e definiranno come aziende di fondazione e non profit.Come tali per sintonia ed assonanza con il non profit dovranno fare scelte di equilibrio sociale ed economico finanziario, conciliando la reddività finanziaria con la redditività sociale perché cosi vuole la legge Amato (art. 12 d.lgs 356/90) e prevede il disegno di legge Ciampi. Si impongono tre scelte strategiche: 1) quali sono i settori d?intervento; 2) quali strategie applicare nei settori prescelti; 3) quale sarà l?area territoriale di riferimento.
Riguardo alla prima decisione le «fondazioni bancarie perseguono fini di interesse pubblico e di utilità sociale preminentemente nei settori della ricerca scientifica,dell?istruzione,dell?arte e della sanità. Potranno inoltre essere mantenute le originarie finalità di assistenza e di tutela delle categorie sociali più deboli». Appare evidente, allora, che bisognerà scegliere fra l?assistenza agli anziani e alle fasce deboli della popolazione e la sponsorizzazione culturale dettata spesso da ragioni di interessi di immagine, fra investimenti in sanità e investimenti in attività economiche collegate al localismo imprenditoriale.Ciò non vuol dire che si dovrà fare una scelta in logica di esclusione di settori,ma è verosimile una scelta di chiaro indirizzo collegato al miglioramento di qualità di vita. Caro sindaco, a chi gli obietterà che le fondazioni sono autonome,è lecito risponda che la vera autonomia è quella coerente con il miglioramento reale dello standard di vita della popolazione di riferimento. Sono scelte ardue, lo so, che oscillano fra la tentazione inveterata del consenso politico locale e l?investimento in progetti proiettati ai valori di solidarietà e di sviluppo della capacità sociale del territorio. Occorrerebbe mettere in secondo piano il fine storico della distribuzione di danaro per mantenere il quadro politico invariato e rafforzato da investimenti spesso ?targati? e sponsorizzati. Per evitare queste distorsioni o quantomeno per ridimensionarle sono necessarie scelte che considerino il terzo settore come attore di imprenditorialità sociale. Caro sindaco Albertini, quale migliore occasione per il Comune e la Fondazione Cariplo?
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