Non profit

Albertini s’è scippato la 285

Un lettore ci scrive scandalizzato per come sono stati distribuiti i finanziamenti della 285

di Riccardo Bonacina

Caro direttore, sono veramente scandalizzata da quello che è successo a Milano sulle spoglie di una buona legge, la legge 285 promossa dall?allora ministra onorevole Livia Turco: si trattò della prima legge che favoriva e finanziava interventi per l?infanzia in Italia. Ebbene, il piano per l?infanzia 2002-2004 approvato dalla giunta del Comune di Milano prevede una spesa di 4 mln 800 mila euro circa per il primo anno, 4 mln 400 mila per il secondo e 4 mln 130 mila per il terzo (totale di 25 miliardi di vecchie lire). Con molto ritardo, il Comune in data 17 aprile ha reso noti i progetti prescelti che erano stati presentati nel giugno scorso. Su 300 progetti presentati, la commissione preposta ne ha scelti 46, di cui 24 dello stesso Comune o dei suoi servizi o delle Asl, e 22 presentati dal privato sociale. Ma anche tra questi molti in partnership con l?ente pubblico. Un vero e proprio scippo al Terzo settore, che la legge chiedeva di privilegiare per l’innovatività dei servizi e per la sua vicinanza ai bisogni. Insomma il Comune di Milano si è scippato un bottino di 25 miliardi di lire per pagare i servizi che i cittadini già finanziano con le proprie tasse. Che ne pensa? Esagero?
Maria Brusa, email

Carissima Maria, in tutta sincerità penso che lei abbia tutte le ragioni. Quello che Milano ha fatto della legge 285, un fiore all?occhiello della nostra legislazione, è un vero scempio. È successo, stando alle prime informazioni (a proposito, che scarsa trasparenza il Comune di Milano nella propria comunicazione: guardate un po? il sito non ha una notizia utile e di servizio al cittadino!), è successo proprio quel che lei denuncia: si sono usati soldi che la legge indirizzava al Terzo settore per pagare i servizi pubblici per cui siamo già tassati. Ovviamente con le opportune operazioni di lifting. Se posso rincarare la dose, devo dire che l?episodio che lei denuncia si iscrive in un quadro complessivo di totale disattenzione della seconda giunta Albertini allo stato di salute e di sviluppo del Terzo settore milanese. Un settore di cui gli anni scorsi si era pur riempita la bocca.
Qualche esempio? L?abolizione delle giornate del volontariato. La disattenzione e l?incuria verso i tavoli di confronto con le associazioni sulle azioni di governo della città. La gestione della legge 45 per le tossicodipendenze che ha trasferito al Comune di Milano 5 miliardi di vecchie lire, di cui 4,6 miliardi alle Asl e 400 milioni al privato sociale. La solitudine in cui sta lasciando la neonata Agenzia per le onlus che pure aveva tanto voluto: senza sede, fax e computer e senza personale. Continuiamo?

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