Volontariato

Alberghi: Cosa dicono (davvero le stelle)

Una stella, due stelle, cinque stelle. Niente di più semplice per capire che cosa mi può offrire l’albergo che ho scelto, verrebbe da dire. E invece no...

di Redazione

Una stella, due stelle, cinque stelle. Niente di più semplice per capire che cosa mi può offrire l’albergo che ho scelto, verrebbe da dire. E invece no. Perché, in realtà, a eguale numero di stelle corrispondono prerogative anche sensibilmente diverse: dipende dal luogo in cui abbiamo deciso di trascorrere la nostra vacanza. Un tre stelle in Alto Adige può essere ben diverso da un tre stelle in Calabria.


Vediamo perché. La leggequadro sul turismo (l. 135/01) assegna la competenza alle Regioni la classificazione delle strutture turistico- alberghiere. Essendo intervenuta in un contesto in cui ancora il turismo era materia soggetta alla competenza concorrente tra Stato e Regioni, la legge quadro (art. 2, comma 4) rinvia ad un successivo decreto del presidente del Consiglio dei ministri (dpcm) la definizione di standard minimi omogenei a livello nazionale, finalizzati alla realizzazione di una maggiore omogeneità delle classificazioni. Ciò, appunto, in una logica di “legislazione concorrente” tra Stato e Regioni in materia turistica.


Tuttavia, di lì a poco, la riforma del Titolo V della Costituzione trasferiva il turismo dalla legislazione concorrente alla potestà legislativa esclusiva delle Regioni. Di conseguenza, il dpcm 13 settembre 2002, essendo successivo alla riforma del Titolo V della Costituzione, non poteva più imporre alcun criterio nazionale vincolante per le Regioni.

Si è perciò limitato a recepire l’accordo della Conferenza Stato- Regioni del 14 febbraio 2002, che impegna le Regioni e le Province autonome a definire i principi di armonizzazione «al fine di assicurare l’unitarietà del comparto turistico e la tutela dei consumatori, delle imprese e delle professioni turistiche».

Attualmente, però, tale intesa non è ancora attuata: se il turista valuta le caratteristiche della struttura in base al numero di stelle, lo fa a proprio rischio. Per evitare sorprese non sempre gradevoli è consigliabile piuttosto cercare di conoscere nel dettaglio i servizi offerti caso per caso. Va da sé che un simile sistema, così frammentato, non rende un buon servizio ai consumatori in termini di informazione, venendo meno proprio alla sua funzione originaria ed essenziale: quella di offrire un’indicazione sintetica e immediatamente percepibile, senza costringere a un’analisi di dettaglio. E complica inutilmente le cose ai turisti in entrata nel nostro Paese, che si trovano di fronte a un inconveniente inaspettato e sorprendente, che certamente non giova all’immagine complessiva del sistema turistico italiano.


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