Welfare

Albania sotto accusa per violazioni alla libertà di stampa

Lo denuncia un dettagliato rapporto di Human Rights Watch, secondo cui abusi, processi ingiusti e pressioni governative sono all'ordine del giorno

di Benedetta Verrini

“Ci vuole molto coraggio a fare nomi e fare giornalismo investigativo in Albania”. Questo, il giudizio di Elizabeth Andersen, direttore escutivo di Human Rights Watch per l’Europa e l’Asia Centrale, che il 13 giugno ha ufficializzato un dettagliato rapporto sulle violazioni della libertà di stampa in Albania.

Secondo l’organizzazione, che rappresenta un rigoroso e attendibile osservatorio del rispetto dei diritti nei vari Paesi del mondo, il filo comune che lega gli episodi documentati riguarda ritorsioni ufficiali per servizi sugli abusi del governo, corruzione e violazioni dei diritti.
Nelle 60 pagine di rapporto, si parla anche di interposizione finanziaria del governo per comprimere la libertà editoriale delle testate. Inoltre, HRW ha trovato anche poliziotti e altri pubblici ufficiali spesso responsabili di arresti arbitrari, violente percosse e serie intimidazioni ai danni di giornalisti e alle loro famiglie.
Un altro efficace “bavaglio” sarebbe l’abuso dello strumento giudiziario della diffamazione, che procede secondo passaggi giudiziari poco trasparenti e condanna molti giornalisti a severissime pene economiche.

L’organizzazione conclude il suo rapporto con un appello ufficiale alla Comunità internazionale, perché promuova lo sviluppo di una stampa libera in Albania, e un secondo appello direttamente al governo albanese, perché metta fine alla prassi dell’intimidazione attraverso la polizia; operi una riforma della figura della diffamazione a livello penale e civile, in linea con gli standard di diritto internazionale, faccia i passi necessari per regolare l’allocazione delle risorse finanziarie e l’uso della pubblicità nel mondo dell’editoria.

L’intero rapporto è su www.hrw.org

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