Cultura

Albania e Kosovo i fronti di Caritas

Ambulatori, scuole e Centri sanitari su tutto il territorio albanese: così migliaia di persone sono state assistite e curate dai volontari

di Paolo Giovannelli

«AAbbiamo iniziato corsi di taglio e cucito che sono frequentati da venti ragazzi e da venti donne e corsi di dattilografia e di computer per dieci ragazzi. Il piccolo ponte che abbiamo ultimato permette a queste persone, che stanno tornando dalla montagna con la raccolta di erbe aromatiche, di non dover più guadare il torrente per passare sull?altra sponda. Servirebbe ora un altro ponte più grande sul torrente Gline. Ma siamo anche impegnate in preparativi per la riapertura della scuola». Così scrive nel suo diario suor Dorotee, da Lac Vau Dies, nelle vicinanze di Scutari. E questo è lo stile che la Caritas ha esportato anche in Albania: piccole iniziative ma di grande concretezza.
«A partire dal 1991», spiega Antonella Battiato, 32 anni, coordinatrice dell?emergenza, della riabilitazione e dello sviluppo della Caritas italiana, «abbiamo assicurato la nostra presenza costante sul territorio albanese in soccorso della popolazione, secondo le necessità. Inoltre, da circa tre anni, puntiamo soprattutto a rafforzare la Caritas dell?Albania, sostenendola a livello finanziario e di consulenza».
Attualmente la Caritas italiana sta supportano un programma sanitario per riorganizzare e riattivare 40 ambulatori gestiti dalla Chiesa cattolica, distribuiti su tutto il territorio nazionale albanese, da Durazzo, a Tirana, a Scutari, a Pult, a Lezhe, a Merdita. Tali Centri sanitari vengono gestiti direttamente dalle tante congregazioni religiose di missionari, suore e sacerdoti presenti (si va dai gesuiti ai francescani, ai comboniani, ai salesiani) che vengono riforniti dalla Caritas italiana di medicinali e di nuove attrezzature sanitarie.
«A beneficiare di questo intervento», specifica ancora Battiato, «sono circa 200 mila persone, calcolando 5 mila pazienti annui per Centro». Tale programma è finanziato dalla Caritas italiana e ha preso il via all?inizio di questo anno. La cifra totale investita nel progetto è di 357 milioni di lire italiane. Sta poi per concludersi un programma socio-sanitario finanziato dall?Unione europea, consistente nella riabilitazione di alcuni ospedali distrettuali e nel sostegno ai minori (si va dalla erogazione dei pasti alla fornitura di materiale didattico), grazie ad un finanziamento dell?Ufficio umanitario dell?Unione europea (Echo). Beneficiari diretti sono circa 15 mila persone. Gli ospedali interessati sono quelli di Tirana (in particolare il reparto maternità), quello di Rreshen e di Miransurri.
Ora si sta avviando un programma a livello nazionale per la realizzazione di 12 Centri di comunità, gestiti dalle diocesi stesse con varie finalità: il Centro sarà infatti luogo sia per la formazione professionale che per l?aggregazione sociale, secondo un modello che è già stato recentemente sperimentato dalla Caritas nel corso del terremoto umbro-marchigiano. L?iniziativa è cofinanziata dalla Conferenza episcopale italiana.
La Caritas italiana e la Caritas dell?Albania stanno pure occupandosi dell?emergenza del Kosovo. Finora, per aiutare gli sfollati, grazie ad un appello della Caritas internazionale sono stati raccolti fino oggi 290 mila dollari. E? in corso anche una collaborazione con l?Acnur per riattivare il centro di accoglienza di ?Arre Madhe? (letteralmente: la ?Grande noce?) di Scutari che raccoglie circa 300 persone, in maggior parte nuclei familiari che non hanno trovato altro tipo di appoggio. Per contrastare l?inverno, dovrebbe anche scattare un?azione di emergenza su tutto il territorio albanese, a Cavaia, Schengin, Sierte e Scutari, con distribuzione di viveri e di altro materiale sanitario indispensabile alla popolazione. I rifugiati kosovari soccorsi da questo intervento sono circa11.500. La Caritas italiana, nell?affrontare il dramma dei rifugiati del Kosovo collabora strettamente con l?Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni unite (Acnur) e il Catholic Relief Service, ossia la Caritas statunitense.
Per informazioni: Caritas italiana
Viale F. Baldelli 41, 00146 Roma
Tel. 06541921(r.a.) – 0654192226-4
Fax 065410300. Emergenza Kosovo conto corrente postale 347013 intestato alla Caritas italiana.

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