Non profit
Albania e Bosnia l’Ue apre le porte. Con riserva
Migranti Nuove regole sui visti
di Redazione
Mamma mia, arrivano gli albanesi! Sembra di essere tornati all’inizio degli anni 90, con l’Europa presa dal panico all’idea dell’invasione da est. Questa volta però la miseria sociale del Paese balcanico non c’entra nulla. Ora la colpa è tutta di Bruxelles, che eliminerà da metà dicembre i visti Ue per i viaggiatori provenienti da Albania e Bosnia, con l’impegno formale di monitorare l’andamento dei flussi migratori dai due Paesi verso la Ue; in caso di anomalie gli organismi dell’Unione potranno chiedere provvedimenti restrittivi ai governi di Albania e Bosnia Erzegovina. «Ma non ci sarà nessuna invasione; recarsi in Europa è un lusso riservato a una minoranza di albanesi», dice Juliana Hoxha, direttrice dell’ong sociale Partners Albania. «La crisi economica rende l’Europa meno attraente rispetto al passato. Anzi, migliaia di cittadini residenti all’estero stanno rientrando perché non hanno più i mezzi per rimanervi. Come accade in Grecia, dove risiedono 500mila albanesi».
In realtà, la vicenda del visto temporaneo ruota attorno all’ingresso dell’Albania nell’Ue. Dopo il rifiuto di Bruxelles di assegnare allo Stato albanese lo status di “candidato all’integrazione”, condizione sine qua non per avviare negoziati ufficiali sul processo di adesione, il visto Schengen funge da carota per spingere Tirana a cambiare passo. Il ritorno dell’opposizione alle attività parlamentari e la trasparenza richiesta dalle istituzioni Ue per le prossime elezioni legislative (maggio 2011) saranno determinanti per non ricevere bastonate.
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