Politica
Al voto, la politica trema
Hollande verso la vittoria in Francia, l'Europa è incerta
Una domenica in mano agli elettori, in Francia, a Londra, in tanti comuni italiani. Ecco come i giornali affrontano una delle grandi incognite europee.
Il duello francese sulla prima del CORRIERE DELLA SERA resta confinato in un boxino in colore sopratestata, con la curiosità di Hollande che canta “O bella ciao”. I servizi alle pagine 18 e 19. Un primo indizio sulla tensione politica di queste giornate arriva dal titolo che apre pagina 10: “Finanziamento dei partiti: legge rinviata a dopo il voto”. E dell’insoddisfazione generale è conferma un’altra notizia, a pagina 13: “Corsa alle denunce anti-sprechi Una pioggia di 40 mila email”. Apparizione di Berlusconi a Monza, ieri, per sostenere il candidato sindaco del Pdl, ma ecco cosa scrive a pagina 17 Claudio Del Frate: “Tolto il servizio d’ordine, tolti fotografi e cameramen e tolti i candidati, ci saranno non più di 200 persone in piazza a Monza a seguire l’unica, almeno finora, uscita pubblica di Silvio Berlusconi in questa campagna elettorale; però tutti brandiscono il telefonino per scattare la foto di rito e si accalcano attorno al Cavaliere per stringergli la mano. E poi ci sono quelli — una decina, non di più — che per tutta la durata della passeggiata in centro dell’ex premier non smettono di urlargli «Fuori la mafia dall’Italia!» e addirittura un tizio che lì a due passi urla un sacrilego «Forza Inter!»”. Aldo Cazzullo a pagina 18 scrive, a proposito del voto francese: “Credo alle forze dello spirito e resterò sempre con voi» aveva detto François Mitterrand ai francesi nell’ultimo discorso da presidente. Quando ieri pomeriggio, al tramonto, François Hollande ha citato «les forces de l’esprit», i 25 mila della Place du Capitol hanno compreso bene quel che intendeva. Non si è spinto a dire che Mitterrand era qui, a Tolosa, dove un tempo chiudeva le campagne presidenziali. Hollande si è limitato a un «forse…», agitando le braccia. Non ha evocato lo spirito dell’unico presidente socialista della Quinta Repubblica, ma ha lasciato che aleggiasse sulla «ville rose», scelta non a caso per il comizio finale. Un discorso da vincitore, se non fosse per la totale mancanza di carisma, riconfermata alla fine, quando si fa passare il tricolore e tenta di sventolarlo ma sbaglia il senso del vento, e la bandiera si affloscia mestamente su se stessa”. Stefano Montefiori nella pagina di fronte segue l’ultimo appello di Sarkozy: “Meno stranieri, più lavoro”, ma la notizia più importante è nella parte finale del pezzo: “Negli stessi istanti, a Parigi, il leader centrista François Bayrou annuncia che voterà Hollande. I sondaggi dopo il duello tv confermano il distacco di sempre: 53% Hollande, 47% Sarkozy. Il presidente sembra incredulo. Ma combatterà fino all’ultimo, urlando, sbracciandosi, scuotendo per le braccia quelli come lui, quelli che la mattina non restano nel letto, «i francesi che lavorano»”.
LA REPUBBLICA apre con “Imu, ecco quanto ci costerà” e all’interno parla delle elezioni con una scelta di impaginazione a dir poco discutibile. In una sezione intitolata “Verso le elezioni” a pagina 19, si presenta il caso Verona (“Tosi collauda la Lega senza Bossi il Pdl: fermiamo i suoi carrieristi”) e quello di Taranto. Accomunati del resto da alto tasso di litigiosità. Le pagine 24 e 25 invece sono rispettivamente dedicate al voto francese e a quello londinese. Per la Francia due pezzi paralleli su Hollande (teme l’astensionismo, per molti è stato più convincente del rivale durante il dibattito televisivo) e Sarkozy che intende “smentire i sondaggi”. A Londra invece Johnson il conservatore si avvia verso la riconferma.
Grecia, Francia e Londra. Due pagine che passano in rassegna il weekend elettorale europeo, ma un prudente silenzio sulle amministrative italiane. Così IL GIORNALE nel venerdì pre-voto. Le “elezioni cruciali” in Grecia, le prime dopo il travagliato inverno del quasi default, partono con segnali allarmanti: “Nei sondaggi ultrasinistra al 20% e due partiti dell’estrema destra verso il Parlamento. Per salvarsi, i vecchi partiti verso la grande coalizione”. L’equilibrio pende verso le estreme, dunque: “Gli elettori non credono più ai politici: meglio chi promette di punirli”. Tira una brutta aria per Sarkozy: “Sarkozy non vince in tv. E perde al centro. Hollande si avvicina alla vittoria, e incassa l’appoggio del centrista Bayrou: «Voto a sinistra: la politica del Presidente è violenta»”.
Tre i richiami in prima pagina che IL MANIFESTO dedica alla tornata elettorale del prossimo weekend. Si inizia con la colonna di destra dove sotto il richiamo alla laurea albanese del Trota si trova “Sarkozy anche in tv arranca. Bayrou: io voto Hollande” che rinvia poi a pagina 5. A piè di pagina 2 i richiami sulle amministrative italiane. Il primo: “Il voto al Nord – Per Pdl e Lega il Lombardo-Veneto è terra di frontiera”, mentre il secondo è dedicato al Sud “Tutte le strade ormai passano per Palermo”. Pagina 2 si apre con “Re Flavio, sindaco per conto di dio” e nell’occhiello si dà conto della “Sfida impossibile di Michele Bertucco, ex Legambiente e Cgil”, nell’articolo si osserva che: «(…) Tosi piace e convince (quasi) tutti: il vescovo Giuseppe Zenti e il filosofo Massimo Cacciari (…) Tuttavia Tosi, doroteo e anche ciellino, resta un mito di cartapesta per i veri, storici e originali democristiani dell’Adige (…)» Sempre pagina 2 dedicata al nord Italia in un box in basso si parla di Sesto San Giovanni “L’ex Stalingrado d’Italia cerca di dimenticare lo scandalo Penati”, e non mancano due articoli uno per il Veneto “L’incognita Carroccio 86 comuni alle urne” e un altro per Lombardia “Pdl e Lega separati in casa” con uno sguardo alle sfide di Monza e Como. Due gli articoli a pagina 3 entrambi su Palermo “Tutti divisi verso il ballottaggio” e di taglio centrale “E adesso, Orlando o Ferrandelli” con un’intervista a due voci a Renato Costa (Rifondazione) e Titti De Simone (Sel). Per quanto riguarda le elezioni francesi l’apertura di pagina 5 è dedicata alla dichiarazione di Bayrou «Io voto Hollande». A metà pagina si passa invece alla Grecia con un articolo dal titolo “Quanto piace Syriza, coalizione di sinistra” e un secondo più economico “Le ricette della troika svalutano il paese e lo consegnano ai corsari”: nel sommario si osserva “70 miliardi spariti dalle banche elleniche in attesa di tornare per accaparrarsi un po’ di tutto a prezzi stracciati”.
La vigilie elettorali in Francia e Grecia trovano spazio a pagina 15 de IL SOLE 24 ORE, con due corrispondenze. “Hollande resta avanti dopo il duello tv. Bayrou: voterò per lui” è il titolo del pezzo di Marco Moussanet da Parigi. “Grecia, l’estrema destra xenofoba potrebbe entrare in Parlamento” di quello da Atene di Vittorio da Rold. Ma dalla Grecia prende spunto anche l’editoriale in prima pagina del direttore Roberto Napolitano, “L’urlo di Konstantinos”: «”Don’t say this name in Greece”. «Non pronunciare questo nome in Grecia» dice Konstantinos che mi accompagna con il suo taxi per le strade di Atene e mi ha appena sentito citare Angela Merkel. Ho passato qualche giorno nella Capitale di una Grecia ferita: volti esasperati, tanta sofferenza, ma anche un aeroporto e una metropolitana efficienti, i segni originari della nostra civiltà, il fascino del Partenone, il silenzio magico del Museo dell’Acropoli. Abbiamo detto e scritto tante volte che la Merkel e Sarkozy messi insieme non fanno, purtroppo, un Kohl. Soprattutto, non hanno fatto l’Europa. L’urlo di Konstantinos, indipendentemente dalle responsabilità che la classe politica greca ha di sicuro, esprime uno stato d’animo che tocca i nervi scoperti delle sovranità nazionali e costringe a misurarci con il disegno incompiuto dell’euro e le sue laceranti conseguenze. Per dare un segnale “politico” importante (si tagli la spesa invece di alzare le tasse) Mario Draghi ha riunito il Consiglio direttivo della Bce a Barcellona, ma si è dovuta blindare una città con ottomila poliziotti mentre i giovani manifestavano contro i tagli all’università. A Romano di Lombardia, nel bergamasco, Luigi Martinelli, armato di un fucile a pompa e di due pistole, ha occupato la sede dell’agenzia delle Entrate e ha sequestrato 15 persone. Ore di incubo con l’uomo barricato nell’ufficio, carabinieri e forze speciali schierati all’esterno. Nulla può giustificare azioni di questo tipo, in alcun modo. Su questo punto occorre essere fermi e netti. Non vedere, però, il disagio sociale che la questione fiscale produce sarebbe un atto di grave miopia. Non è più tempo di parlare, ma di fare. L’Europa e l’Italia hanno un solo imperativo: la crescita. Avere impedito che il nostro Paese diventasse la nuova Grecia, è un merito che va riconosciuto al governo Monti. Ora, però, deve evitare che si rompa la fibra della coesione sociale e ha una strada obbligata: si inventi uno strumento e faccia in modo che lo Stato trasferisca al mondo delle piccole imprese la liquidità dovuta, tagli davvero la spesa per ridurre la pressione fiscale. In Europa, poi, si faccia sentire. Chieda e ottenga che si torni a investire. Le sovranità nazionali non tollererebbero altre soggezioni di sorta».
Ci sono la Francia e il ballottaggio di oggi in Iran e le presidenziali in Serbia nelle pagine di AVVENIRE, ma non la Grecia. Per la Francia titolo e foto sono dedicati a Bayrou, che ieri ha dato il suo sostegno, seppure a titolo personale, a Hollande: per lui «l’Eliseo sembra più vicino». Per Sarkozy lo smacco «è triplice» e la mossa di Bayrou appare come «uno strappo al centro dello scacchiere». E tuttavia Sarkozy «non si dà per vinto», Hollande «è lo sfidante più simpatico e convincente» ma resta «in vantaggio sul piano della statura presidenziale». In Serbia invece sarà «una corsa all’ultimo voto» e si giocherà molto sull’orizzonte europeo. La Ue ha tirato la volata al presidente in carica, Boris Tadic, concedendo alla Serbia lo status di candidato all’ingresso, ma questo potrebbe non bastare a calmare la delusione per una disoccupazione arrivata al 23%. E il nazionalista Toma Nikolic, dato in vantaggio, potrebbe vincere. Quanto alle amministrative, i riflettori sono su Genova e L’Aquila. A Genova «i partiti sono scavalcati dalla società civile», mentre a L’Aquila un cittadino su cento si è candidato, e lo ha fatto dentro liste civiche agganciate ai partiti, in controtendenza con il trend nazionale. Cialente, «il sindaco del terremoto» è dato per vincente.
LA STAMPA dedica due pagine alle elezioni in Francia. Nessuna traccia invece delle elezioni elleniche. “Hollande: la ia Francia deve ripartire da Tolosa” è l’articolo principale a cura di Alberto Mattioli che sottolinea «l’ultimo comizio nella città della strage» da cui Hollande fa sapere «ci ha insegnato a guardare avanti». In taglio basso Marco Bresolin dà spazio all’ultima novità sugli schieramenti politici che vanno al ballottaggio. “E Bayrou si schiera col socialista” il titolo che si riferisce al leader dei centristi. «Definirlo un annuncio decisivo magari è troppo azzardato ma poco ci manca. Bayrou domenica voterà per Hollande: Francois ha scelto Francois. Ufficialmente il centrista, presidente di MoDem, non ha dato consegne di voto al suo elettorato (9,1% al primo turno) ma quel suo “al ballottaggio voterò Hollande” tarpa le ali che Nicolas Sarkozy ha cercato invano di sbattere nei dieci giorni che hanno seguito il primo round elettorale». Cesare Martinetti invece firma “Les italiens a scuola di vittoria dal Ps” un reportage «tra i giovani del Pd che aiutano i colleghi francesi nella campagna elettorale: qui si può essere di sinistra».
E inoltre sui giornali di oggi:
CRISI
IL MANIFESTO – A pagina 6 di spalla all’articolo dedicato alla vicenda di Romano di Lombardia, dove ieri un uomo si era barricato all’agenzia delle entrate con un fucile, notizia cui IL MANIFESTO dedica un ampio richiamo in falsa apertura dal titolo “Ostaggio della crisi all’Agenzia delle Entrate” si trova l’inchiesta (anch’essa segnalata da un richiamo in prima pagina “Ora si vende anche l’argento. Il business dei «compro oro» cresce con la recessione”) dal titolo “L’oro è già finito, ormai si vende anche l’argento”. Nel sommario si osserva “In Italia ci sono 28mila «Compro-oro», un business che frutta 3 miliardi di euro l’anno e in cui non mancano i lati oscuri”. Tra gli episodi raccontati anche quello d una donna di Trapani che dopo aver venduto tutto l’oro si è presentata con le posate di casa.
SANITA’
ITALIA OGGI – Il quotidiano dei professionisti pubblica l’allarme lanciato ieri dalla Federazione degli ordini dei medici chirurgi e odontoiatri in merito all’imminente prepensionamento in massa di camici bianchi. Secondo il pezzo “Sanità a rischio collasso” mancano i medici ed urge riprogrammare il fabbisogno.
ESTERI
AVVENIRE – “Per zar Putin il terzo ritorno sul trono”. Così AVVENIRE lancia in prima pagina il ritorno di Putin al Cremlino, lunedì 7 maggio. È la sua terza volta da presidente della Russia. Alla cerimonia di insediamento sono invitate 2mila persone, per una spesa di 20 milioni di rubli. «La nostra vita sarà noiosa», dice Stanislav Belkovslij ma intende che l’intera economia russa «è completamente dipendente da fattori esterni». A Putin riconosce il merito di aver «lasciato il popolo a se stesso», smettendo di «accompagnarlo per mano». Il destino di Medvedev? Primo ministro, ma per poco.
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